Corsi di cultura generale, è polemica Gli insegnanti strigliano il Comune

L’amministrazione annuncia due novità: un rimborso minimo per gli spazi usati e l’esclusione dei privati. Ma chi tiene le lezioni non ci sta: "Promuoviamo la formazione praticamente gratis. Così ci rimettiamo".

Rischiano di diventare terreno di scontro fra insegnanti e amministrazione comunale le modifiche al regolamento dei corsi di cultura generale promossi dal Comune. Parliamo di corsi e laboratori, spesso gratuiti o con pagamento per lo più simbolico, che da anni servono a diffondere fra la cittadinanza nozioni di cultura generale su ambiti come lingue, cultura scientifica, informatica, teatro, musica. In una riunione tenuta assieme agli insegnanti che storicamente organizzano corsi e laboratori, il Comune ha annunciato la volontà di introdurre due novità. La prima è quella di prevedere un rimborso, ancora da quantificare, per l’utilizzo orario degli spazi comunali (come la biblioteca Lazzerini o il Laboratorio del Tempo). La seconda è quella di lasciare la possibilità di organizzare i corsi solo a chi fa parte di associazioni, attività, imprese o partite Iva. Vengono esclusi i privati che non rientrano in alcuno di questi ambiti. Le modifiche, che poi saranno contenute in un apposito bando che dovrebbe uscire nelle prossime settimane, sono state fortemente contestate da un gruppo di insegnanti, di cui si fa portavoce una delle insegnanti, Rita Biancalani. "Questo è un atto discriminatorio che va a calpestare un patrimonio della città costruito in tanti anni di impegno e volontariato – accusa Biancalani -. Noi insegnanti facciamo cultura e formazione. Svolgiamo un’attività dove praticamente non si guadagna niente, ma dove promuoviamo la cultura. Un qualcosa che dovrebbe fare onore alla città e che invece vuole essere limitata. Siamo di fronte a una decisione grave".

Il Comune non ha ancora annunciato a quanto ammonteranno le richieste di rimborsi orari. Dagli uffici tecnici si parla di cifre simboliche, che potranno essere abbattute in caso di utilizzo per molte ore degli spazi comunali. Fra gli insegnanti, invece, c’è il timore che soprattutto per orari e spazi più ambiti ci possano essere richieste di rimborso che sfiorino i dieci euro l’ora. "Io per sette incontri di tre ore ciascuno chiedo 100 euro totali ai corsisti – prosegue Biancalani -. E chi non può pagare segue le lezioni gratis, oppure ricambia con piccoli lavoretti, o ancora con disegni artistici". Dal Comune viene spiegato che le modifiche normative servono a dare ordine all’offerta corsistica e a garantire parità d’accesso a tutti. Inoltre si sottolinea come non sia pervenuta alcuna mail di protesta da parte degli insegnanti dei corsi di cultura generale a seguito dell’annuncio delle variazioni al regolamento. Dando al contempo la disponibilità al dialogo per rassicurare tutti gli insegnanti della volontà di volere salvaguardare lo storico assetto dei corsi.

Stefano De Biase