Virus Cina, rischi per Prato? Il caso finisce in Parlamento

Attenzione ma nessun allarme in città. Il consolato: "In Italia non ci sono migranti da quelle zone" Silli interpella il ministro. Milone: "Limitare gli eventi del capodanno"

Passanti con la mascherina in una città della Cina

Passanti con la mascherina in una città della Cina

Prato, 21 gennaio 2020 -  Sfocia in parlamento la preoccupazione di Prato rispetto al propagarsi dell'epidemia dilagata in questi giorni in Cina e causata dal coronavirus 2019 nCoV,  del medesimo ceppo della Sars. L'onorevole Giorgio Silli di Cambiamo annuncia che interpellerà il ministro della salute Roberto Speranza "tenendo conto della numerosissima comunità cinese  e dei suoi frequenti interscambi con la madrepatria". A Prato, città europea con la maggior incidenza di cinesi sulla popolazione complessiva (sarebbero circa 40 mila, fra i 25mila ufficiali e i dimoranti effettivi che abitano nel territorio) si seguono con attenzione le notizie provenienti dalla Cina, dove  nella città di Wuhan si contano le prime vittime e vari casi sospetti.

Aldo Milone ex assessore all'immigrazione sia un una giunta di centrosinistra che in una di centrodestra chiede al sindaco Biffoni di intervenire in considerazione delle celebrazioni inaugurate domenica scorsa per il Capodanno cinese, suggerendo la limitazione per evitare rischi derivanti da concentrazione di persone. Marilena Garnier, consigliere  civica chiede a Biffoni se abbia avuto contatti con il ministero anche in relazione alla concomitanza con il Capodanno cinese. Intanto in Regione il vicepresidente del consiglio Marco Stella (Forza Italia) chiede all'assesore alla salute Stefania Saccardi  come stia attrezzandosi per il caso di diffusione del focolaio in Europa, ricordando "che il batterio New Dehli ha provocato 34 vittime nella sola Toscana"

Mentre le opposizioni politiche si fanno sentire in sedi istituzionali o sui  social, massima attenzione ma nessun allarme fra chi  governa nel territorio. Si fa presente che l'interscambio  migratorio diretto fra la regione di Wuhan e Prato sarebbe inesistente e che la città dove si è manifestato il focolaio dista un migliaio di chilometri dallo Zehijang, provincia da cui proviene la massiccia immigrazione  pratese. Dal Comune si afferma di non avere ricevuto alcuna indicazione di intervento o allarme. Dal ministero giunge l'assicurazione che un filtro sanitario per i passeggeri provenienti dalla Cina viene effettuato direttamente a Fiumicino con la misurazione della temperatura per tutti i viaggiatori in arrivo.    

Da parte dell'Asl ci si richiama alle raccomandazioni che il ministero rivolge tramite un "decalogo" reso noto a livello nazionale, in cui si precisa che non è stata identificata la causa del nuovo coronavirus 2019-nCoV, che non si conoscono le modalità di trasmissione e  che i sintomi diffusi sono tosse, mal di gola e problemi respiratori.

I consigli del ministero sono rivolti ai viaggiatori per e da Wuhan, sono introdotti dal suggerimento a valutare l'opportunità di rimandare viaggi non necessari. E a contattare ambasciata o consolati in caso di necessità.

Intanto il consolato cinese a Firenze  comunica che gran parte dei cinesi «residenti in Italia provengono da province molto distanti da quella di Wuhan», città dove il nuovo coronavirus ha fatto la sua prima comparsa e «crediamo che il governo centrale cinese possa affrontare questa epidemia. Anche da parte della popolazione c'è fiducia nel governo centrale nel risolvere questo  problema». L'autorità diplomatica con sede a Firenze aggiunge che «Il governo cinese ha subito dato rilevanza alla situazione del virus, informando la popolazione, e in questi giorni sono  state effettuate molte misure di prevenzione. Sono inoltre previste cure gratuite per chi si ammalasse» e «c'è fiducia nel governo centrale perché risolva questo problema».