REDAZIONE PRATO

Confindustria si riprende tre aziende di peso

Gruppo Colle, Lavanderia La Fonte e Tintoria Pratesi fanno il percorso inverso rispetto al 2017, quando se ne andarono in polemica

Le defezioni di peso ci furono nell’ottobre 2017, quando dalla neonata Confindustria Toscana Nord, sorta dall’unione delle associazioni industriali di Prato, Pistoia e Lucca, se ne andarono aziende del calibro di Gruppo Colle, Lanificio Cangioli, Pontetorto, lavatura industriale La Fonte e tintoria fratelli Pratesi. Adesso, a distanza di tre anni, alcuni di quei fuoriusciti hanno deciso di chiedere di nuovo di entrate nell’associazione degli industriali di via Valentini. Lo ha fatto Riccardo Matteini Bresci con il suo Gruppo Colle, anche se già con altre aziende aveva deciso di rimanere all’interno dell’ente. Lo ha fatto anche Simone Paci, titolare de La Fonte e lo ha fatto la tintoria Pratesi. Tutti imprenditori che hanno presentato domanda di riammissione - come vuole lo statuto associativo - alla presidenza di Confindustria Toscana Nord. Ormai da una settimana le loro richieste sono state accolte e quindi sono ufficialmente rientrati a far parte di Confindustria Toscana Nord. La conferma giunge direttamente dalla stessa associazione, che aggiunge di non avere commenti specifici da fare. Imprese che tornano in una Confindustria che presenta una rinnovata organizzazione delle sezioni, dopo le elezioni avvenute nel giugno scorso. "Credo che ci sia una necessità che tutte le forze delle distretto si mettano a disposizione per affrontare insieme una situazione difficile, come quella che stiamo vivendo", spiega Matteini Bresci, a capo di una delle aziende da novanta dell’area tessile pratese. Per lui, che comunque non se ne era mai andato definitivamente dall’organo associativo, Confindustria Toscana Nord può essere "il luogo e lo spazio in cui provare a discutere e prendere coscienza della necessità di fare qualcosa per superare questo periodo estremamente complicato". Da tempo, ormai da molti anni ma con maggiore insistenza da quando è esplosa l’emergenza sanitaria, da più parti si era auspicato di dare vita ad aggregazioni di aziende per avere maggiore forza e visibilità, superando l’atavico frazionamento del sistema Prato. "Penso che le associazioni servano a fare cultura - aggiunge ancora Matteini Bresci - e se ci saranno da fare delle operazioni straordinarie, le valuteremo. In questo momento storico il dialogo dà sicuramente qualche frutto in più".

Sara Bessi