Clara Calamai, la diva L’omaggio di Argento

A Torino una bella mostra dedicata al maestro del brivido, che parla dell’attrice pratese "Artista e donna favolosa"

Migration

Torino, Mole Antonelliana, museo del cinema. In cartellone fino a gennaio la più grande mostra mai realizzata su Dario Argento che proprio nel capoluogo piemontese ha ambientato molti dei suoi film più celebri. Foto di scena, poster, oggettistica, abiti indossati dai suoi attori più amati, calchi di creature mostruose e assassine: "The exibit", questo il titolo della mostra, è una meravigliosa "passeggiata" nel cinema del maestro del brivido. Dal debutto nel 1970 con "L’uccello dalle piume di cristallo" all’ultimo film uscito lo scorso febbraio, "Occhiali neri", oltre mezzo secolo di cinema ricostruiti minuziosamente, in esposizione lungo il percorso a spirale dentro la Mole. C’è anche una videointervista in cui il regista romano si racconta svelando particolari inediti del suo lavoro e della sua vita. Nel capitolo dedicato al rapporto con gli attori, Argento non manca di ricordare Clara Calamai, la diva pratese coinvolta nel cast di "Profondo rosso" per il ruolo della diabolica assassina che farà una brutta, bruttissima fine nell’ultima sequenza diventata cult. "Una grande attrice" dice con entusiasmo Argento. "La ricordavo nella Cena delle beffe. E poi in Ossessione di Luchino Visconti. Favolosa! Lei era molto contenta di tornare al cinema dopo molti anni di inattività", aggiunge. Dunque un bellissimo rapporto professionale che si trasformò in una amicizia anche dopo la fine della lavorazione del film. "Sapevo che aveva una casa al mare in un posto bellissimo (ad Ansedonia, ndr). Le chiesi di affittare per una estate la sua villa per trascorrerci le vacanza. Lei fu gentile dicendomi... sì a te affitto volentieri. E ho un ricordo bellissimo di quell’estate".

Non si può parlare di "Profondo rosso" senza ricordare Clara Calamai, una grande diva tra gli anni ’30 e ’40 che visse una seconda giovinezza artistica grazie a quel ruolo costruito su misura per lei. Ancora fanno paura i suoi occhi "nascosti" tra le inquietanti creature nei quadri alla Munch. Indossando un abito perfetto per una assassina. E quando la sua Prato la omaggiò nel 1996 con una mostra e una serie di film, Elena Mannini, la costumista del film, riuscì a ritrovare quell’impermeabile nero come le tenebre ed esporlo in Palazzo Pretorio. Ora l’impermeabile è a Torino a parlare ancora di quel film e della nostra diva, con quei suoi primi piani che mettono ancora i brividi.

Federico Berti