"Cassa integrazione? Soldi solo per aprile"

Vignolini: "I provvedimenti del Governo non aiutano" Qualche debole segnale di riassortimento per l’invernale

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Tessile: la situazione è difficile e i provvedimenti assunti dal governo finora non aiutano le imprese a risalire la corrente. E’ il grido di dolore di Confartigianato in vista di una ripresa che stenta ad arrivare. Moreno Vignolini (nella foto), presidente della Federazione Moda di Confartigianato, riassume la posizione comune emersa durante il recente direttivo di categoria dell’associazione. "Abbiamo lavorato in quantità – spiega Vignolini – dopodiché il lavoro si è distribuito a macchia di leopardo tra lanifici e lavorazioni, tra chi ha continuato a lavorare e chi no. Negli ultimi giorni, dato che era stato prodotto poco per l’invernale, si sta rimuovendo qualcosa per un riassortimento. Rimane tuttavia una profonda incertezza sul futuro legata all’andamento della pandemia". C’è un problema lavoro che le associazioni di categoria non vogliono lasciar cadere. Il primo nodo da sciogliere è quello della cassa integrazione. "Siamo impegnati in prima linea perché vengano superate le pastoie burocratiche che ne stanno rallentando l’erogazione per le aziende artigiane", dice Vignolini.

"Dopo un recente incontro avuto col ministro sono stati sbloccati nuovi fondi sufficienti a pagare la mensilità di aprile e non oltre. Rimaniamo in pressione sul ministro perché vengano pagate anche le altre mensilità". Attenzione alta anche sul blocco dei licenziamenti deciso dal governo. Per Confartigianato la giusta tutela dei lavoratori non deve gavare sulle spalle delle imprese. Le aziende non devono essere il bancomat del governo. Per questo servono politiche giuste per attenuare la pressione fiscale "Nei mesi scorsi – dice ancora Vignolini – abbiamo lavorato poco per non dire per niente e c’è una generalizzata crisi di liquidità. Adesso arrivano le tasse che giustamente vanno pagate. Ma davanti allo spettro di un nuovo crollo del lavoro a settembre, invitiamo il Governo a trovare delle soluzioni che possano aiutarci a sopravvivere. Faccio qualche esempio: velocizzare concretamente le procedure per ottenere liquidità, spalmare le scadenze nel tempo, prorogare la moratoria sui finanziamenti. Chiediamo insomma che anche Governo e banche facciano la loro parte e non venga come sempre scaricato tutto sulle imprese". In più non vanno dimenticate tutte quelle tematiche - modernizzazione delle infrastutture, internazionalizzazione, vie di sviluppo - che la pandemia pare aver spostato nel dimenticatoio