Cassa integrazione, impennata di richieste "Imprese e artigiani si coprono le spalle"

La Cisl diffonde i numeri di settembre: notevole aumento rispetto ai mesi precedenti. Bucci: "Serve una cabina di regia locale"

L’ultima emergenza di quest’autunno caldissimo, oltre alle bollette dell’energia elettrica triplicate e alla follia dei prezzi del gas è rappresentata dalla crescente richiesta di cassa integrazione da parte delle aziende artigiane. Un numero che rischia di salire ancora, rischiando di minare alle fondamenta un distretto che da una parte viaggia in quarta con gli ordini che fioccano e il lavoro che gira come non capitava da tempo e che dall’altra deve però avanzare con il freno a mano tirato per colpa dei rincari di materie prime e delle fonti energetiche che rischiano di prosciugare anche le aziende in salute. A lanciare l’ennesimo allarme è la Cisl Prato, ufficializzando i numeri dei mesi pre-autunnali. "Nessuna intenzione, da parte nostra, di creare panico", premette il segretario provinciale Marco Bucci. "Anche perché per ora stiamo parlando di richieste preventive di cassa integrazione, il che significa che non è detto che ognuna di queste domande possa poi tradursi in qualcosa di concreto. Inoltre va ricordato che la cassa integrazione è comunque un strumento di tutela sia per i lavoratori che per le aziende, che devono reggere una esposizione economica importante. Per questo chiediamo alle altre associazione di categoria di ritrovarci per affrontare insieme questo problema, anche in primis attende risposte e soluzioni a livello nazionale ed europeo". Un corto circuito assurdo "in un periodo in cui non manca la domanda di occupazione, ma i costi sono schizzati in maniera così incontrollata che è difficile per alcune aziende procedere con la stabilizzazione contrattuale dei dipendenti - conclude Bucci - Insomma è indispensabile costituire una cabina di regia locale per provare a fare fronte comune e trovare uno strumento di contenimento. Dobbiamo provare a mettere in campo azioni di formazione continua e di riqualificazione delle competenze affinché non ci si ritrovi con un’emorragia ed un impoverimento del distretto". Ingrid Grasso, responsabile del settore tessile per la Femca Cisl, indica i numeri in crescendo che fanno preoccupare il sindacato. L’incremento delle richieste preventive di cassa integrazione interessa sia le aziende artigiane che quelle a carattere industriale. E così, nel mese di settembre i verbali per la cassa integrazione delle aziende artigiane sottoscritti dalla commissione del Fondo di solidarietà bilaterale per l’artigianato (Fsba) sono stati 22 interessando in totale 152 lavoratori. Il numero è in crescendo continuo se confrontato con le richieste di giugno e di luglio: le prime erano 12 per 47 lavoratori e le seconde 18 per 62 dipendenti. Sul versante industriale la Cisl ha ricevuto 37 verbali per un totale di 1.154 lavoratori. "La richiesta di ammortizzatori sociali è spiegata con l’aumento dei costi energetici - dice Grasso - ma non è detto che poi le richieste si traducano in un vero utilizzo".

Sara Bessi