"Case popolari negli edifici abbandonati"

Il presidente del Comitato Oltre dei Comuni medicei, Paolo Cintolesi, chiede il recupero degli immobili pubblici abbandonati anziché consumare ulteriore suolo per l'edilizia popolare, sottolineando l'importanza della sostenibilità e solidarietà nell'attuale contesto urbano.

"Case popolari negli edifici abbandonati"

"Case popolari negli edifici abbandonati"

Ristrutturare il patrimonio edilizio esistente e non consumare ulteriore suolo anche per l’edilizia popolare.

Paolo Cintolesi, presidente del Comitato Oltre dei Comuni medicei, ha scritto una lettera aperta al presidente della Regione, Eugenio Giani affinché si faccia portavoce col Governo e con tutti i sindaci della necessità di recuperare in primo luogo gli immobili di proprietà dello Stato e degli enti pubblici, praticamente abbandonati. "In Italia – scrive Cintolesi – nel 2022 rispetto al 2021 la popolazione è diminuita e così in Toscana: questo significa che cala la domanda di abitazioni. I Comuni, le province, le regioni dovrebbero avviare una verifica della realtà territoriale per evitare la cementificazione. Oltre alle case popolari chiuse perché da ristrutturare, esistono molti altri edifici abbandonati di proprietà del demanio, dei Comuni, della Regione che potrebbero essere ristrutturati e trasformati in appartamenti per l’edilizia popolare o affitti agevolati. E’ vero che tali ristrutturazioni possono essere costose perché si tratta di edifici datati e malandati ma anche vederli crollare non è un esempio di buona politica. Possono concorrere alla ristrutturazioni agevolazioni alle imprese e lo Stato potrebbe incentivare questo recupero".

Sul territorio mediceo Cintolesi prende a esempio l’edificio di proprietà del Demanio nel parco del Bargo, l’ex Santa Caterina a Carmignano, vecchie scuole ormai chiuse da anni ma la sua "lista" di immobili in degrado spazia da Prato a Firenze.

"Riguardo alle nuove costruzioni – conclude Cintolesi – deve essere data priorità e incentivato il recupero edilizio perché anche sul privato c’è un patrimonio incredibile da restaurare. Lo sviluppo urbanistico non può guardare, in questo momento storico difficile, solo al profitto ma anche alla sostenibilità e solidarietà".

M. Serena Quercioli