Capezzana, danni e rabbia. E tante aziende piangono

Filippo Contini Bonacossi: "Abbattuti dal vento una decina di filari del vigneto". Perdite ingenti nelle imprese dell’area industriale di Seano e di Poggio a Caiano.

Capezzana, danni e rabbia. E tante  aziende piangono

Capezzana, danni e rabbia. E tante aziende piangono

Dall’agricoltura alle aziende, i danni a Carmignano sono ingenti: l’alluvione ha colpito anche il comparto del vino Docg. "L’esondazione della Furba – dice Filippo Contini Bonacossi, uno dei titolari della tenuta di Capezzana – ha abbattuto una decina di filari del vigneto ed altri sono stati compromessi, un pino è caduto sul magazzino dell’imbottigliamento sfondando il tetto, l’attraversamento del torrente è stato portato via e l’acqua è entrata nella stanza del vin santo bagnando tutta l’uva. Va cambiata la normativa. I Consorzi di bonifica hanno pochi fondi e, quindi, fanno poco o nulla. Deve cambiare la normativa per permettere anche alle aziende private di poter ripulire gli alvei dei torrenti e di poter sfruttare sassi e sabbia".

A Seano vent’anni di lavoro spazzati via dall’acqua. Andrea Vignozzi, insieme ad altri due soci, è il titolare della follatura in via Galilei e ieri mattina insieme agli operai erano già a pulire: "I macchinari – racconta – sono tutti da far asciugare e controllare. Per fortuna, abbiamo le cisterne d’acqua e non è mancata l’acqua per pulire ma sarà dura ripartire. Però siamo sempre stati una squadra molto motivata". La fabbrica è proprio sotto l’argine della Furba fra Seano e Poggetto ma l’ondata di acqua è arrivata dal centro di Seano.

In via Galilei ci sono anche tante ditte di pronto moda di cittadini cinesi e tutti ieri avevano già vuotato i capannoni, aiutati da operai italiani e pakistani.

Molto preoccupato è Antonio Nannelli della Casa del filato, azienda nata nel 1962 a Signa e dal 1992 a Seano e nel Macrolotto e conta 30 addetti: "I miei dipendenti – dice Nannelli – stanno dando l’anima per ripulire e non posso che ringraziarli ma una alluvione non può essere gestita con idrovore che arrivano da lontano e senza mezzi adeguati. I danni sono ingentissimi perché qui abbiamo la parte logistica con il magazzino per le spedizioni e gli uffici. Tante scatole di filati per maglieria da buttare. Mi domani: quando ripartiremo?".

In via Ponte alla Furba al Poggetto le villette a schiera hanno le taverne allagate dai rigurgiti delle fogne: sembra impossibile ma è così, l’acqua non è scesa dalla Furba ma è uscita dai tombini. "In casa abbiamo le pompe – spiega Simone Pozzi – ma appena è iniziato a piovere è andata via la corrente e non hanno funzionato. Avrebbero limitato il danno ma è entrato 1 metro e mezzo di acqua. Siamo riusciti a portare le automobili al sicuro ma tutto l’arredamento è da buttare". In centro a Seano, fra via Lame e piazza IV Novembre, c’è una distesa di arredi e rifiuti coperti di fango.

Mario Carella da un anno e mezzo si era trasferito col suo negozio di parrucchiere in un fondo più grande: "Ho calcolato 15.000 euro di danni per gli arredi, sono entrati 30 cm di acqua ma questi arredi moderni dopo rigonfiano e ho due postazioni di lavoro danneggiate".

La Confcommercio di Prato e Pistoia segnala anche il caso di Fabio Nardi che ha un’attività tessile a Poggio a Caiano portata avanti da generazioni, la Leonard Sas: "Sono cinquant’anni che abbiamo il nostro magazzino e non era mai successo niente del genere. Noi ci troviamo – spiega Nardi – alla confluenza tra due torrenti, quindi gli effetti dell’alluvione sono stati devastanti. L’acqua ha sommerso tutto, arrivando fino a tre metri di altezza. Macchinari e merci sono inservibili e i danni sono incalcolabili".

"Un dramma senza precedenti - commenta il direttore di Confcommercio Pistoia e Prato, Tiziano Tempestini – che, come tale, richiede misure straordinarie per essere gestito al meglio".

M. Serena Quercioli