Documenti falsi per i calciatori dall'Africa e partite truccate, inchiesta choc nel calcio

Prato, nel mirino presidenti di società, segretari, direttori sportivi, procuratori e anche arbitri. Coinvolte squadre di A e B

Calcio (foto d'archivio)

Calcio (foto d'archivio)

Prato, 20 luglio 2017 - La polizia di Prato sta eseguendo quattro misure cautelari e numerose perquisizioni per immigrazione clandestina, falso documentale e favoreggiamento reale a carico di persone legate al mondo del calcio. A carico di molti di loro sono anche emersi profili di responsabilità per frode sportiva consistita nell'aver alterato alcuni risultati calcistici. L'indagine è coordinata dai sostituti procuratori Lorenzo Gestri e Lorenzo Boscagli con la supervisione del procuratore capo, Giuseppe Nicolosi.

Fra le misure cautelari, gli arresti domiciliari per il presidente della Sestese, Filippo Giusti, e per un procuratore sportivo, Pacini. Al presidente del Prato, Paolo Toccafondi, è stata notificata l'interdizione alla gestione della società. Una donna ivoriana è invece finita in carcere.

Secondo quanto si apprende ci sono anche due squadre di serie A, una di serie B e una di Lega Pro coinvolte nell'indagine. Interessate dall'operazione di Polizia le province di Prato, Firenze, Rimini, Pistoia, Siena, Pisa, Perugia, Arezzo.

Gli indagati, secondo le ipotesi di reato, avrebbero compiuto "atti diretti a procurare illegalmente" l'ingresso nel territorio dello Stato di cittadini di origine africana, in particolare ivoriani minorenni, producendo all'Ambasciata Italiane di Abidjain, e poi all'Ufficio Immigrazione della Questura di Prato, documentazione attestante falsi stati, in particolare condizioni personali, quali quella di maternità biologica e filiazione naturale rispetto ai minori, atti funzionali a richiedere ed ottenere il rilascio dei visti di ingresso per motivi di ricongiungimento familiare, con successivo ottenimento dei permessi di soggiorno per motivi familiari.

Le indagini ipotizzano che la finalità dell'ingresso illegale dei cittadini di origine africana sarebbe stata quella di far giocare i ragazzi in squadre di calcio italiane e europee in violazione anche delle norme Fifa che ne consentono il tesseramento

"Si ipotizzano reati molto gravi - ha  spiegato, nel corso di una conferenza stampa, il procuratore della repubblica di Prato, Giuseppe Nicolosi-. Viene contestata l'immigrazione irregolare nelle forme aggravate previste per l'ingresso in Italia di alcuni giocatori minorenni, che sono stati fatti arrivare attraverso la presentazione di documentazione falsa sia nel Paese d'origine che in Italia".

Ai tre indagati viene contestato nel caso del presunto figlio naturale della signora ivoriana il reato di favoreggiamento reale, perché avrebbero garantito alla donna, ha sottolineato il procuratore della Repubblica di arto Giuseppe Nicolosi,  "il profitto di reato di immigrazione irregolare, consentendole di ottenere un appartamento e dei benefit, perché  questo ragazzino è  stato ceduto alla Fiorentina, la quale sulla base della nostra indagine nulla sapeva dello status alterato del giocatore"

Nel corso delle indagini sarebbero emersi anche interessi connessi all'alterazione dei risultati di partite di calcio.

La squadra mobile, a tal proposito, ha raccolto riscontri in merito all'alterazione di undici partite tra Lega Pro, Eccellenza e Promozione, compreso lo spareggio fra Prato e Tuttocuoio che è valso ai lanieri la permanenza in LegaPro.

Oltre alle misure cautelari, i cui destinatari sono due presidenti di squadre di calcio di Prato e di Sesto Fiorentino, un procuratore sportivo, e a una donna di origine ivoriana, sono in corso dodici perquisizioni, anche a carico di arbitri di calcio, presidenti, segretari e direttori sportivi di altre società di calcio. Altre undici persone sono state raggiunte da informazione di garanzia sempre per la violazione delle norme connesse all'alterazione dei risultati delle partite, tra cui molti giovani giocatori di calcio delle serie dilettantistiche.

Questo il commento del sindaco di Prato, Matteo Biffoni: "C'e' poco da dire. Sono senza parole. Come sempre, attendiamo l'esito del lavoro della procura. Certo è che le accuse sono parecchio gravi". Se il quadro dell'inchiesta fosse confermato, "sarebbe una vergogna incredibile".