
In campo con mamma e papà per imparare a dare i primi calci al pallone e condividere la stessa passione con i genitori. E’ il progetto che da settembre lanceranno Zenith Prato e l’associazione ‘Recreativo Calcio Doc’, rivolta ai bambini dai 3 ai 5 anni (ma che potrà essere aperta anche a tutti quei bambini più grandi che per vari motivi hanno bisogno del supporto dei genitori per stare all’interno di un campo da calcio). Non si giocherà propriamente a calcio, bensì al calcio camminato, uno sport diffuso fra adolescenti e adulti dove non si corre né c’è contatto fisico, e che adesso viene riadattato in formato famiglia.
Finora i bambini sotto i 5 anni non potevano giocare a calcio nelle società sportive, e così erano costretti ad andare nel giardino di casa o in un parco assieme ai genitori per dare i primi calci al pallone. Ora, grazie al progetto promosso da Fabiana Benfari ed Elena Proserpio Marchetti (di Recreativo Calcio Doc, foto in alto), in collaborazione con la Zenith Prato, le famiglie potranno stare in una struttura sportiva sotto lo sguardo attento e preparato di un istruttore.
"Partiamo a settembre con un primo gruppo – spiegano Benfari, allenatrice della prima squadra femminile della Zenith Prato, e Proserpio Marchetti, tecnico federale della nazionale italiana femminile Under 23 – , poi in base alle iscrizioni vediamo come implementare il progetto. L’idea è duplice: da un lato vogliamo preparare i bambini al gioco del calcio, facendoli arrivare nelle società con minori difficoltà motorie e di coordinazione. E poi c’è un aspetto sociale: i genitori hanno sempre meno tempo di stare con i figli. In questo modo, invece, stando in campo assieme, potranno divertirsi e condividere una passione comune".
Le prime lezioni si terranno allo Sporting Club a Mezzana. Ma i promotori del progetto stanno cercando una palestra al chiuso dove sviluppare tutto il progetto. Fra le idee, inoltre, c’è quella di iniziare a collaborare con le scuole, così da fare conoscere a quante più famiglie questa possibilità. "Si usano i palloni di spugna – proseguono le due promotrici del progetto – e si fa tanta attività con la palla. I genitori restano in campo per tutto il tempo, fatta eccezione per la partitella finale: quella la fanno solo i bimbi".
L’idea di fondo del progetto è anche quella dell’inclusione sociale. Perché in campo ci vanno senza distinzioni maschi e femmine, e l’aspetto agonistico lascia il posto a quello ludico e motorio. "Al di là del progetto per gli under 5, crediamo che il calcio camminato possa essere una grande opportunità per tutti quei bambini più grandi che ancora non hanno trovato il loro sport – concludono Benfari e Proserpio Marchetti –. Questa è una disciplina completamente inclusiva: qui tutti si sentono integrati con gli altri". L’aspetto dello sport per tutti, senza barriere, viene sottolineato anche dal vicepresidente della Zenith Prato, Enrico Cammelli: "Da un lato avviciniamo al calcio i bambini più piccoli grazie all’aiuto di istruttori preparati e qualificati – dice –. Dall’altro diamo una possibilità in più a tanti bambini che hanno piccole difficoltà, assicurandogli una collocazione inclusiva e soprattutto al fianco dei genitori, così da farli sentire ancor più in famiglia".
Stefano De Biase