Biffoni saluta l’Anci: "Lo rifarei cento volte. I nostri Comuni sono la forza della Toscana"

Il sindaco di Prato conclude il mandato alla guida dell’associazione "Abbiamo una qualità di vita alta e una sanità di livello, nonostante tutto. Ma se non cambia il rapporto tra grandi e piccoli, andremo in difficoltà".

Biffoni saluta l’Anci: "Lo rifarei cento volte. I nostri Comuni sono la forza della Toscana"

Biffoni saluta l’Anci: "Lo rifarei cento volte. I nostri Comuni sono la forza della Toscana"

In questi anni la Toscana l’ha girata in lungo e in largo. Dal piccolo paesino della Garfagnana dove non sempre prende la linea a Sestino, il lembo più orientale della regione, dove capita che la porta del palazzo comunale la apra direttamente il sindaco. Mica facile fare il presidente di Anci Toscana quando si amministra una città da 200mila abitanti. "È stato un ‘di più’ che rifarei cento volte", ammette il sindaco di Prato Matteo Biffoni, presidente di Anci Toscana. Per lui è tempo di lasciare e lasciarsi alle spalle anche questa esperienza, "un viaggio senza respiro attraverso momenti difficili e grandi soddisfazioni". Ieri pomeriggio Biffoni era a Campiglia Marittima per l’ultima assemblea di mandato di Anci Toscana: un’occasione per tracciare un bilancio ma con lo sguardo proteso verso il futuro, con l’auspicio che chi raccoglierà il testimone abbia l’ambizione a migliorarsi sempre. "Mai accontentarsi e adagiarsi. Se lo si fa, vuol dire che è giunto il momento di cambiare mestiere. La nostra è una terra meravigliosa: abbiamo una qualità di vita alta e una sanità di livello, nonostante tutto. Bene puntare sul turismo e sull’enogastronomia ma non bisogna mai dimenticare la nostra vocazione manifatturiera".

Un bagaglio importante è quello che si porta con sé il sindaco uscente di Prato, frutto di un’esperienza sul campo a contatto con i territori che si potrebbe leggere come buona base di partenza per responsabilità di governo ancora più alte. Intanto Biffoni sta sul pezzo, sa di lasciare una realtà che ha cambiato pelle, un’Anci Toscana meno ‘fiorentinocentrica’ e più accreditata a livello nazionale. "In questi dieci anni è cambiata la percezione di un soggetto che non ruota più solo intorno a Firenze, ma tiene rapporti con tutti". Poi ci sono le sfide ancora aperte: il rapporto fra città e aree interne, fra Comuni grandi e Comuni piccoli. "Girando per la Toscana ho capito una cosa vitale per il futuro di tutta la Regione: se non tuteliamo le aree interne, se non cambiamo il rapporto tra grandi e piccoli, andremo tutti in difficoltà. I grandi Comuni devono cedere un po’ di sovranità e di risorse nell’interesse reciproco".

Leggendo la relazione finale, Biffoni ha ripercorso i momenti salienti del suo mandato, dall’emergenza Covid che ha trasformato gli enti locali "nel terminale finale per la cittadinanza perché la vita è più complessa di un Dpcm", alle opportunità del Pnrr, croce e delizia per tutti i sindaci. In Toscana la media dei progetti avviati è di 14 per ogni Comune, quando la media nazionale è di 12; i Comuni attuano il 60 per cento dei progetti previsti e sono impegnati a spendere circa il 58 per cento delle risorse, ovvero oltre un miliardo di euro. "Numeri e conquiste che rivendichiamo. Abbiamo vinto la battaglia perché fossero reintegrati i 10 miliardi del Piano destinati ai Comuni e spostati su altri settori". Infine, brucia ancora il no al terzo mandato dei sindaci anche nelle realtà con oltre 15mila abitanti, uno dei cavalli di battaglia di Biffoni. Una posizione che è sempre stata di Anci. "E’ una battaglia di democrazia. Mi chiedo perché l’unico ruolo scelto dai cittadini debba avere limiti di mandato, mentre non ha limiti un parlamentare che lo fa per trent’anni...".