
Bettazzi: "La mia storia va raccontata Sono pronto ad andare nelle scuole"
Chiamate, messaggi su WhatsApp, chat su Facebook. Il giorno dopo l’affissione di dieci manifesti pubblicitari sparsi per tutta la città per annunciare ai pratesi di "essere stato assolto dopo dieci anni perché il fatto non sussiste", il cellulare di Maurizio Bettazzi, ex presidente del consiglio comunale di Prato sotto la giunta Cenni di centrodestra, è rovente. A scrivergli o a chiamarlo sono amici, conoscenti, clienti di lavoro, ma anche politici di entrambi gli schieramenti. "I commenti sono tutti positivi – dice Bettazzi –. Ritengono la mia un’iniziativa giusta, l’unico modo per dare un’adeguata visibilità alla notizia dell’assoluzione, d’altronde non tutti leggono i giornali o i siti o guardano la televisione. In fondo la vicenda giudiziaria all’epoca aveva avuto molta eco in città, e adesso grazie a questi cartelli ho tolto i dubbi a chiunque e ho fatto comprendere bene la notizia ai pratesi". Come detto a scrivere a Bettazzi sono stati anche ex colleghi della politica. "Subito dopo la sentenza mi ha mandato un messaggio il sindaco Biffoni – prosegue Bettazzi -. Poi mi ha subito mostrato vicinanza anche l’ex sindaco Roberto Cenni. E in seguito ho ricevuto messaggi bipartisan dalla politica. Un ambiente dal quale volutamente sono rimasto lontano in questi anni, ma dove ho ancora degli amici". La voglia di rivalsa e di fare sapere a tutti cosa ha passato negli ultimi dieci anni comunque non si ferma qui. Già subito dopo l’assoluzione dalle accuse di abuso d’ufficio e concussione aveva annunciato di volere "andare nelle scuole" a raccontare la sua storia personale, nella speranza che "quello che ho passato io non tocchi a nessun altro, perché non è giusto che un eletto debba sottostare a tutto quello che ho vissuto io per dieci anni".
Ora sta pensando a ulteriori iniziative per non fare spegnere i riflettori sulla vicenda. "Mi hanno tenuto dieci anni sulla graticola, senza che nessuno abbia mai chiesto di ascoltarmi – ricorda Bettazzi -. Nei miei confronti è stata usata la mano pesante, c’è stato un accanimento completamente ingiustificato. Che tra l’altro mi ha fatto perdere occasioni elettorali, costringendomi a tirarmi fuori dalla politica e dall’impegno per il bene comune".
E a proposito di politica Bettazzi prende tempo. "Mai dire mai" risponde in merito a una possibilità ricandidatura, per poi comunque ribadire di essere disposto a "dare una mano agli amici", su tutti il suo avvocato, Gianni Cenni fra i papabili candidati sindaco del centrodestra alle amministrative 2024. "Una persona che mi è sempre stata vicina e che mi ha tutelato assieme agli altri avvocati Fanti e Burzo". "La politica però non è una priorità per il futuro – aggiunge Bettazzi -, anche alla luce di quanto ho dovuto passare per questa mia passione. Per gli amici comunque sono a disposizione". Dopo il clamore mediatico sull’assoluzione per Bettazzi è anche tempo delle riflessioni sugli ultimi dieci anni di vita. "Fortunatamente l’attività professionale non ha subìto particolari ripercussioni perché i miei clienti hanno sempre potuto constatare sul campo la mia onestà - conclude Bettazzi -. Mi spiace invece che ingiustamente la mia famiglia e i miei figli abbiano dovuto affrontare una simile vicenda nonostante io fossi assolutamente innocente".
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Stefano De Biase