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Bambino si ferisce al parco giochi Sanzò: "Subito controlli sul gestore"

Dopo l’incidente successo al Giocagiò interviene l’assessore: "Un’area per i piccoli deve essere sicura". Il giardino è affidato all’associazione Mercanzia fino al 2026. Indagini sulla corda dimenticata nel prato

"Un bambino che si ferisce in un’area di proprietà comunale? Un episodio che non deve accadere e non ci fa stare tranquilli. Quindi inizieremo subito le verifiche sul gestore del parco per capire il perché la corda con la quale si è ferito il bimbo si trovasse lì". Cristina Sanzò, assessore alla città curata, prima di tutto è dispiaciuta per quanto accaduto al bambino di 7 anni che giovedì sera, intorno alle 18, si è ferito gravemente al volto mentre era in bicicletta al Giocagiò di via Marradi. Il bambino era in sella alla sua bicicletta quando è andato a sbattere contro una corda tesa da una parte all’altra del parco, quasi invisibile alla vista, procurandosi una lesione profonda lungo tutto il volto. Il parco Giocagiò ospita decine di giochi per bambini, castelli, gonfiabili, altalene e scivoli oltre a grandi aree verdi utilizzate da famiglie di tutta la città. La proprietà del giardino è del Comune di Prato che ha dato l’appalto all’associazione Mercanzia, con sede in piazza Mercatale. L’associazione che durante i giorni di chiusura imposti dal Covid ha eseguito dei lavori di restyling ha ottenuto il prolungamento triennale della gestione fino a marzo 2026. Venerdì mattina sul posto è intervenuta la polizia municipale che ha raccolto l’esposto dei genitori e rimosso immediatamente la corda e il palo a cui era affissa. La corda lunga circa 25 metri era tesa da un paletto di ferro alto poco più di un metro fino al tronco un albero, quasi invisibile alla vista nello spazio verde che si trova quasi subito all’ingresso dell’area. Uno spazio per il divertimento che invece si è trasformato in dramma. Venerdì il bambino è stato dimesso dal Meyer, fino al 4 aprile dovrà eseguire una cura antibiotica dopo dovrà iniziare successivi accertamenti per evitare che resti una cicatrice indelebile. La ferita lunga quasi 20 centimetri parte dalla bocca e arriva fino alla base del collo. Un segno profondo, con la pelle ustionata dalla corda sulla quale il bimbo è andato a sbattere in tutta velocità in sella alla sua bicicletta. "Faremo tutti gli accertamenti con il gestore dell’area giochi per capire se ci sono delle responsabilità e come mai quella corda si trovasse lì", continua Sanzò. "Quando una bambino resta vittima di un incidente è sempre un dispiacere enorme, per quanto ci concerne non lasceremo niente di intentato". A chiedere una spiegazione è il padre del bambino: "Mi hanno raccontato dei frequentatori abituali che quella corda si trovava lì da tempo, probabilmente era utilizzata per delimitare una parte del parco per delle iniziative", dice il padre Francesco Perretta. "Vorrei solo che qualcuno mi spiegasse perché in un’area per bambini c’è una corda tesa e invisibile. Una trappola pericolosissima. A farne le spese è stato mio figlio che adesso ha il volto sfregiato, poteva capitare a chiunque".

Silvia Bini