"Babbo Natale, puoi riportare a casa Giò?". La lettera dei bimbi fa avverare il desiderio

Dopo due mesi di ospedale Giovanni Fuochi trascorrerà a casa le feste. La storia dei suoi piccoli amici e delle 44 operazioni già sopportate

Una letterina di Natale

Una letterina di Natale

Prato, 22 dicembre 2020 - I desideri dei bambini, magari affidati a un messaggio scritto con il cuore e indirizzato a Babbo Natale, a volte diventano realtà. La letterina scritta dagli alunni della classe terza B della scuola primaria Ammannati di Prato è riuscita davvero a far tornare a casa Giovanni per le festività. Dopo due mesi trascorsi in ospedale a Firenze e un nuovo intervento chirurgico - già il 44° sostenuto nel corso dei suoi primi 18 anni - Giovanni Fuochi può trascorrere il Natale in famiglia. Gli alunni guidati dalle maestre Enrica Bambini e Tamara Franchini prima di scrivergli questa letterina non conoscevano Giovanni, ma erano rimasti colpiti dalla sua storia. Poi da cosa è nata cosa.

Tutto è nato durante una lezione in classe. La maestra Enrica mentre faceva lezione, un giorno ha fatto trapelare un velo di tristezza. Lei è stata l’insegnante di Giovanni alle scuole elementari e anche oggi si informa sempre sulle sue condizioni di salute che in quei giorni non erano per niente buone. Gli alunni hanno voluto sapere dalla loro maestra perché era così triste: non era semplice curiosità, erano davvero dispiaciuti di vederla così. "Stavo spiegando ai bambini - racconta Enrica - che bisogna essere sempre contenti della vita e ho accennato alla vicenda di un mio ex alunno, Giovanni appunto, che in quel momento si trovava in ospedale. Loro mi hanno chiesto cosa potevano fare per aiutare Giovanni e io li ho invitati a pregare per lui. Nei giorni successivi mi raccontavano che avevano dette le preghiere, nelle quali avevano coinvolto perfino le loro mamme, ma volevano adoperarsi anche in altro modo".

"A quel punto ci è venuta l’idea - aggiunge Enrica - di scrivere una lettera per Giovanni da affidare a Babbo Natale". Così i pensieri dei bambini sono stati riuniti e trasformati in un messaggio da utilizzare anche per un concorso della Cap, indirizzato alle scuole, che si stava svolgendo in quei giorni. "Caro Babbo Natale - scrivono i bambini - sarebbe bello che Giò dopo due mesi di ospedale potesse finalmente tornare a casa, riabbracciare i suoi familiari e festeggiare il Natale con tutta la sua famiglia".

La lettera è partita e, guarda le coincidenze o cos’altro, Giò adesso è casa sua, a riposare fra l’albero e il presepe. Enrica Bambini e la mamma di Giovanni, Monica Bigagli, sono legate da una solida amicizia: sono state compagne di classe all’asilo, alle elementari e alle medie, poi i loro studi si sono separati ma fra loro è rimasto un profondo affetto reciproco. Enrica e Monica si sono ritrovate anche in occasione dell’ingresso a scuola di Giovanni, visto che la sua maestra di sostegno era proprio la sorella di Enrica. Giovanni oggi frequenta il Gramci Keynes e a settembre è stato festeggiato per la sua maggiore età da Giancarlo Antognoni che è andato a trovarlo a casa, portandogli in dono la maglia della Fiorentina. Giovanni e la sua famiglia vivono a Casale. Da quando aveva 21 mesi la loro "seconda casa" è il Meyer dove è nata la sua passione per la Fiorentina. A Prato c’è invece l’associazione "La forza di Giò" che porta il suo nome e raccoglie fondi a favore della ricerca e del reparto di neuroncologia del Meyer.

«I bambini – racconta Enrica Bambini – hanno mostrato grande sensibilità verso Giovanni. Ho detto loro che ad anno nuovo, condizioni di salute e norme anti Covid permettendo, Giovanni potrà venire a trovarli a scuola. E anche la possibilità di incontrarlo li ha resi felicissimi". Per questa bella storia di Natale si è complimentata con la classe la dirigente scolastica Elisabetta Corvino. Molto commossa mamma Monica quando ha visto su WhatsApp la letterina per Giò: "I bambini sono davvero speciali, con le loro parole possono fare miracoli".