"Trasformare il campo sportivo di Sant’Ippolito in un’area di addestramento cani è una sconfitta per chi gestisce le politiche sportive della città". Non risparmia critiche al Comune il capogruppo del Centrodestra, Mirko Lafranceschina. Il nodo del contendere è la decisione della giunta Biffoni di adibire il campo sportivo di Sant’Ippolito, in via Visiana, in uno spazio non più destinato a calcio o sport, ma alle attività cinofile di addestramento dei cani. L’affidamento è annuale e prevede un affitto di mille euro. Da un paio d’anni la struttura non ha più un gestore (o meglio dal 2008, anno di progettazione dell’impianto, il campo è stato dato in affidamento solo per un anno all’associazione degli arbitri) e anche l’ultimo bando a febbraio 2021 è andato deserto. Ma appare impensabile che quella struttura non possa interessare a nessuna società sportiva del territorio. Il vero problema sono i costi di gestione. Troppo alti per un impianto che presenta un unico campo da gioco, quattro spogliatoi e nessun servizio come bar o ristorazione. Per non parlare della strada d’accesso, isolata e piena di buche.
"Piange il cuore vedere l’impianto abbandonato – prosegue Lafranceschina –. Io e il consigliere Berselli nel 2014 siamo stati i promotori della conclusione dei lavori. Quando c’erano gli arbitri ad allenarsi le luci erano sempre accese di sera e lo spaccio era sparito. Adesso l’area è preda di cattive frequentazioni". Nel mirino di Lafranceschina finiscono le modalità di gestione degli affidamenti degli impianti sportivi da parte del Comune. "Il Sant’Ippolito va a Oste per gli allenamenti – spiega –. Ma se il Comune gli fosse andato incontro nei costi di gestione, poteva restare nel quartiere. Lo stesso per gli arbitri: se il Comune li avesse aiutati, non ci sarebbe stato bisogno di cercare un nuovo gestore". La domanda è: ha senso spendere 433mila euro per realizzare un campo da calcio se poi lo si tiene abbandonato o lo si destina all’addestramento cani, piuttosto che ipotizzare una compartecipazione del Comune nelle spese a carico del concessionario? Ai livelli amatoriali o dilettanti il calcio non è business, ma un’attività sociale d’aggregazione.
Stefano De Biase