Allarme rosso per l’assistenza domiciliare "Famiglie abbandonate a gestire i pazienti"

La Cgil: "Le dimissioni urgenti dei Girot hanno complicato la situazione. Mancano infermieri e mezzi, necessario assumere"

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Un cortocircuito fra dimissioni dall’ospedale (spesso troppo veloci) e assistenza domiciliare (che non parte). Con pazienti che restano alcuni giorni ’scoperti’ mettendo in difficoltà le famiglie che devono prendersi cura dei propri cari. A sollevare il problema è la funzione pubblica Cgil dell’Usl Centro Toscana che chiede un incontro urgente con l’azienda sanitaria. "I servizi sono dotati a stento del personale necessario – dicono dal sindacato – per svolgere solo le attività ordinarie, e non hanno le risorse necessarie per rispondere alle richieste di dimissioni urgenti. Le principali vittime di una situazione fuori controllo sono i pazienti e i loro familiari. Va avviata una discussione sulla organizzazione territoriale e occorre assumere".

Secondo quanto riferito dalla Cgil, da alcuni mesi a questa parte, a causa del perenne sovraffollamento dei pronto soccorso della Usl Toscana Centro, è stato istituito il servizio dei Girot ospedalieri e territoriali, una sorta di team costituito da geriatri e infermieri che devono gestire a casa i pazienti anziani e fragili con più patologie, evitando così le continue ospedalizzazione. "L’improvvisa attivazione di questo strategico servizio di filtro delle ospedalizzazioni – aggiungono dalla Cgil – sta provocando dei gravi disagi e disservizi all’assistenza domiciliare, che a oggi non è in grado di prendere in carico i pazienti dimessi dai Girot a causa della cronica carenza d’infermieri e oss". Tutti i servizi domiciliari, per la Cgil, sono dotati a stento del personale necessario per svolgere le attività ordinarie e non hanno le risorse necessarie per rispondere alle richieste di dimissioni urgenti. "La situazione è fuori controllo", dice Simone Baldacci, coordinatore Fp Cgil Usl Centro Toscana. "Ancora non sono state definite con chiarezza le ‘regole d’ingaggio’ fra servizi dell’assistenza domiciliare e Girot, sulle modalità dei tempi di gestione delle dimissione di questi pazienti fragili". Al momento delle dimissioni viene promesso a pazienti e famiglie una presa in carico celere che, però, in molti casi, i distretti territoriali non riescono a garantire per mancanza di personale e mezzi. "Si sta verificando un pericoloso cortocircuito fra i servizi domiciliari e quelli dell’ospedale, e cui principali vittime sono i pazienti e i loro familiari", continua Baldacci.

"I servizi dell’assistenza domiciliare sono tarati per rispondere alle richieste di attivazione ordinarie che possono essere prese in carico, a fronte del personale presente, entro le 72 ore dalla dimissione, e non sono attrezzati per prendere in carico i pazienti il giorno stesso, come promettono alcuni geriatri al momento della dimissione". Per la Cgil è inaccettabile la mancanza di un protocollo operativo sulle modalità di dimissione di questa tipologia di pazienti. "Serve un incontro urgente con l’azienda per l’assunzione di nuovo personale e l’apertura degli ospedali di comunità e delle Cot (centrali operative dimissioni), due pilastri fondamentali per il completo e totale potenziamento della rete territoriale. Il Governo deve dare le risorse per assumere".