Allarme glifosato nelle acque dell’Ombrone

Trovate tracce nei campioni. La segnalazione arriva dall’Associazione vivaisti italiani: proviene dai detergenti delle lavanderie industriali.

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Il glifosato rinvenuto nelle acque dell’Ombrone proviene dai detergenti usati nelle lavanderie industriali. L’allarme arriva dall’Associazione Vivaisti italiani di Pistoia. Carmignano, lo ricordiamo, è stato il primo Comune che ha messo al bando il glifosato come pesticida in agricoltura e c’è un’ordinanza specifica. A tale ordinanza sono seguiti controlli effettuati su campioni di terreno e di acqua e aziende e cittadini sono in regola. Come si spiega quindi il glifosato nell’acqua? "In tre stazioni – dice il presidente di Avi Luca Magazzini - sui torrenti Dogaia, Stella e Brana, i residui di pesticidi sono diminuiti sia nel periodo 2016-2019 che nel raffronto 2019 su 2018. Mentre le due con dati negativi, Ombrone-Caserana e Ombrone-Poggio a Caiano, interessano marginalmente il distretto e presentano dati sospetti perché in prossimità di depuratori e altre attività: con ogni probabilità non sono imputabili se non in minima parte al vivaismo. Alla stazione Ombrone-Poggio a Caiano, nel Comune di Carmignano, il rapporto Ampaglifosato è stato nel 2019 pari a 12: troppo alto per derivare solo dall’uso di glifosato". Come spiegano i tecnici di Avi, l’Ampa (acido aminometilfosfonico) non è solo un prodotto di degradazione del "glifosate", ma è legato anche ai fosfonati usati nei detergenti e quindi nelle lavanderie. E normalmente, nonostante l’Ampa abbia un tempo di degradazione più lento del glifosato e quindi si accumuli di più, i rapporti Ampaglifosato che si riscontrano in agricoltura vanno da 1,5 a 3 volte il glifosate. "Non è stato arrecato danno alla salute dei cittadini dalle attività dei vivaisti del distretto nel 2019 –– aggiunge Magazzini - perchè non solo sono risultate negli standard di qualità le acque sotterranee e in buona condizione quelle superficiali destinate alla potabilizzazione ma anche per le altre acque superficiali, oggetto di allarmismi nei giorni scorsi, è fuorviante sostenere che l’anno scorso ci sia stato un aumento dei residui di fitofarmaci e quindi un’inversione di tendenza nel processo di riduzione dell’uso di erbicidi avviato negli ultimi anni. L’Ampa aumenta sempre vicino ai depuratori". Secondo Avi nell’ultimo anno sono aumentati del 400% gli acquisti di prodotti alternativi agli erbicidi. Magazzini "richiama" anche la Regione Toscana: "Bisognerebbe fosse dato seguito al protocollo siglato a novembre con la Regione, che aveva promesso un sostegno economico (non pervenuto) ai vivaisti, per aiutarli ad affrontare gli investimenti necessari senza perdere competitività e quote di mercato".

M. Serena Quercioli