"Al centro del progresso rimane sempre l’uomo" Gli psicologi spiegano questi nuovi strumenti

Non si perderanno posti di lavoro e libri ma saranno richieste competenze digitali aggiornate.

La dottoressa Cipriana Mengozzi (nella foto) e il dottor Cagnacci del Centro Me.Me rispondono agli studenti.

Quale opportunità rappresentano le AI come chatbot?

"In un’ottica di inclusione possono essere pensate come strumenti compensativi nei disturbi di apprendimento o come supporto al processo formativo che richiede automatismi e facilitazioni; o per la programmazione di piani di studio personalizzati. Esse non sostituiscono l’abilità del ragionare; la scuola dovrebbe favorire non solo l’utilizzo consapevole di questi nuovi strumenti, ma anche un approccio critico, creativo e riflessivo".

Le AI potrebbero sostituire i libri eo la classe docente?

"Non proprio: semmai si può pensare che in futuro le AI saranno integrate nel percorso formativo come supporto. Le AI non sottrarranno posti di lavoro ma alle varie figure professionali saranno sempre più richieste competenze digitali aggiornate".

Esiste la possibilità di un chatbot per amico?

"Assolutamente no: chatbot non ha un vissuto, valori, né un’intelligenza emotiva. Potremmo parlare di un dialogo con sé stessi; il rischio, nei casi estremi, è l’isolamento sociale. Esso può risultare utile per determinati percorsi di psicoterapia".