
Tra i negozi del centro e della periferia di Prato non si parla di altro che della preoccupazione per un nuovo lockdown. I timori riguardano l’ipotesi di un periodo di chiusura che potrebbe essere a dicembre, se il numero dei contagi in Italia continuasse a salire. Ma questa ipotesi allarma i commercianti.
Duccio Mantellassi dell’omonimo negozio di calzature in via Garibaldi è categorico: "Non deve passare per la testa di nessuno l’idea di chiudere i negozi. Perché allora andiamo a lavorare nei campi! Chi ha un’attività è con l’acqua alla gola, già con l’annuncio del decreto di ottobre la gente ha cominciato a sparire dalle vie del centro, figuriamoci. Anche a Bologna, dove abbiamo un altro negozio, è accaduto lo stesso. Nessuna impresa potrebbe permettere di chiudere nemmeno un giorno, stiamo ancora pagando i danni del primo lockdown. Una volta è stata anche troppo. E’ assurdo, non dovrà risuccedere".
"Siamo inorriditi" dice Alessandra Coppini del negozio di abbigliamento sportivo in piazza Ciardi e aggiunge: "Così saltiamo anche la stagione autunno inverno, abbiamo tutte le collezioni in negozio, nessun ordine è annullabile. Ci viene il dubbio che il governo voglia incentivare le vendite online. Non per sminuire l’emergenza sanitaria, ma i contagi sembrano sotto controllo e noi negozianti ci atteniamo scrupolosamente alle norme anti-Covid. Si sta facendo allarmismo, bisogna ribellarsi alla chiusura. Credo che piuttosto servano più controlli".
Cristiana Coveri di "Hello darling" spiega: "Qui in via Guasti quello delle chiusure è argomento di conversazione da 48 ore. Un altro lockdown sarebbe un problema, un conto è chiudere a marzo e un altro a dicembre. La mia è una nuova attività aperta da meno di un anno e non mi posso lamentare, ma ho notato che a cominciare dall’ultima settimana di settembre in tanti mi hanno già chiesto gli articoli natalizi. C’è chi vuole avere albero e regali pronti in ogni caso e chi per Halloween chiede la consegna a domicilio".
Molti negozianti stanno aspettando proprio il periodo natalizio per rifarsi dei mancati incassi della primavera-estate. Marta Castellano della Bottega degli artigiani in via Muzzi interviene sul tema: "Mi auguro che non si ricorra alla chiusura e che i contagi rimangano limitati, noi produciamo maglieria e quello invernale sarebbe il periodo più sbagliato per chiudere. Per ora siamo riusciti a fronteggiare la situazione, ma la paura c’è a ogni decreto".
"Chiudere sarebbe un guaio grosso. Capisco la tutela della salute, le precauzioni vanno prese ed è importante il nostro comportamento, dobbiamo fare tutto il possibile per scongiurare un nuovo lockdown che, che verso le feste di Natale sarebbe tragico" commenta Massimo Bettazzi, presidente Fismo di Confesercenti.
L’ipotesi lockdown potrebbe colpire anche altre categorie come le palestre e i saloni di bellezza. A parlarne è Barbara Catani, presidente degli acconciatori di Confartigianato: "Non c’è niente di deciso, faremo di tutto per far capire che il nostro settore lavora in sicurezza più di altri, siamo sempre con le mascherine, è dimostrato che non si sono creati focolai. Chiudere significherebbe dar spazio agli abusivi con relativi problemi igienico-sanitari. Noi stiamo alle regole e non esiste motivo per bloccare le nostre attività che sono piccole imprese con dipendenti. Siamo disposti a scendere in piazza per dirlo". Anche Alessadro Lapucci e Catia Rigotti, portavoci di èparrucchieri ed estetiste Cna, tuonano: "Va evitata una nuova e incomprensibile chiusura, visto che assicuriamo il rispetto delle norme e dei protocolli. Attenzione perché è a rischio la tenuta delle imprese e dei posti di lavoro, così si favorisce la piaga dell’abusivismo che è in continua espansione nel nostro settore".
Elena Duranti