
Aeroporto e polemiche "Un esposto in procura"
Associazioni ambientaliste e comitati annunciano un esposto in Procura contro una presunta "illegittimità operativa" dell’aeroporto di Firenze. Nel mirino in particolare la Regione e l’amministrazione comunale per l’accertamento delle responsabilità in relazione all’attuazione del piano antirumore. Fra le inadempienze contestate da Italia Nostra, Legambiente Firenze Ups, Medicina Democratica, Vas onlus, comitato Sorvolati, Associazione No Tav, circolo Legambiente di là d’Arno da menzionare anche il mancato aggiornamento della zonizzazione acustica e delle rotte antirumore, ma anche l’autorizzazione di Enac a voli oltre l’orario di chiusura dello scalo, oltre alla mancata applicazione delle "prescrizioni obbligatorie", come la realizzazione della via di rullaggio. "Il risanamento acustico doveva essere già vigente nel 2003, ma ad oggi non è stato attuato, la zonizzazione acustica non è stata messa in atto, la variazione delle rotte antirumore e la verifica quinquennale non c’è mai stata – dice Gianfranco Ciulli presidente di Vas Onlus - i piloti dal 2002 in poi non hanno mai rispettato le rotte antirumore, come dimostrano i verbali della commissione aeroportuale competente". Condotte che secondo associazioni e comitati avrebbero un preciso intento politico: imporre la realizzazione di una nuova pista, scelta da anni contestata dai sindaci della Piana fra Firenze e Prato oltre che dagli stessi ambientalisti.
"Questa situazione di omissione e di illegittimità operativa – aggiunge Ciulli – cade sulla necessità di una nuova pista che tecnicamente è improponibile e non è fattibile, perché è proprio il gestore Enac a dire che se non si sorvola Firenze l’operatività del nuovo aeroporto è peggiore". L’idea che porta in sé la nuova soluzione progettuale di spostare le aree di sorvolo, d’altro canto, non convince affatto associazioni e comitati: "La nuova ipotesi progettuale di pista convergente declinata è peggiorativa anche rispetto al precedente masterplan – prosegue il presidente di Vas onlus – del resto a Londra, dove hanno un city airport di 1.508 metri quindi 52 in meno di Peretola, il Consiglio metropolitano ha bocciato l’ampliamento. Eppure Londra fa sei milioni di passeggeri ogni anno, perché Firenze non può fare altrettanto?". In definitiva l’ampliamento dello scalo non sarebbe il vero nodo dirimente per un eventuale sviluppo. "Il problema è molto semplice – riprende Ciulli – chi c’era prima alla guida della società, ovvero Regione e Comune di Firenze, deve ottemperare alle prescrizioni dei decreti ministeriali". I contatti con le istituzioni si rivelano infruttuosi: "Il Pd ha paura di confrontarsi con noi. L’unico incontro lo abbiamo avuto con l’assessore comunale all’Ambiente Andrea Giorgio. Attendiamo un riscontro".