ANGELA BALDI
Cronaca

Una grande scelta di vita: “Felici di aver adottato un neonato”

La storia di Matteo Bracciali, candidato a sindaco di Arezzo nel 2015, e della moglie Silvia Santinelli: "La nostra una bellissima scelta d’amore dopo un lungo percorso di formazione e auto analisi"

Tommaso Giovanni nell’abbraccio dei genitori Matteo Bracciali e Silvia Santinelli

Arezzo, 21 novembre 2023 – Sono circa mille all’anno le nascite da un parto in anonimato: al sicuro in ospedale, che trovano quasi sempre una famiglia adottiva tutelati dalla legge. Come un bambino che ora si chiama Giovanni, messo al mondo da una donna di origini cinesi all’ospedale di Prato pochi giorni fa e non riconosciuto dalla mamma naturale. Il piccolo è stato adottato da una coppia aretina.

Si tratta di Matteo Bracciali, candidato a sindaco di Arezzo nel 2015, oggi segretario comunale del Partito democratico e responsabile dell’ufficio internazionale delle Acli. Insieme alla moglie Silvia Santinelli ha scoperto di essere diventato padre venerdì. Ieri la consegna del bimbo. La grande voglia di allargare la famiglia li ha portati a maturare la decisione impegnativa e altruista dell’adozione: «È un percorso impegnativo che ci ha portato a fare tanta autoanalisi – dice la coppia - una scelta ponderata ma la cosa che ci ha insegnato tutto il percorso fatto in questi anni, è che adottare è prima di tutto una scelta di solidarietà nei confronti di un bambino, la tua voglia di essere genitore non è il fine, prima viene il bene del piccolo».

La storia che arriva fino a Giovanni parte da lontano. La coppia due anni fa ha iniziato a frequentare i corsi per la preparazione alla richiesta di idoneità adottiva organizzati dalla Asl. Un percorso fatto di assistenti sociali della Asl e del Comune fondamentale per maturare la scelta e avere consapevolezza della decisione che si prende. Conoscere le adozioni a rischio giuridico, in cui si tutela in tutto e per tutto il bambino e il rapporto con la famiglia d’origine.

«Ad aprile avevamo ricevuto l’idoneità, poi abbiamo fatto dei colloqui di approfondimento – dicono Matteo e Silvia – martedì scorso la notizia della convocazione per venerdì 17 al tribunale dei Minori di Firenze e la proposta, che abbiamo immediatamente accettato».

Alla coppia viene detto che un bambino di origini cinesi nato pochi giorni prima all’ospedale di Prato non era stato riconosciuto dalla madre. Decidono di accoglierlo e ieri sono andati a prenderlo dopo aver registrato il certificato di nascita con il nome che hanno scelto.

«La nostra è stata una risposta naturale dopo il percorso fatto. Siamo in affidamento pre adottivo, significa che attendiamo la formalizzazione dell’adozione che in questo caso dovrebbe arrivare in poco tempo. Lo abbiamo chiamato Giovanni Tommaso Bracciali Santinelli, il nome Tommaso gli era stato dato dalle ostetriche e abbiamo deciso di tenerlo per raccontargli al momento giusto la sua storia». Una storia condivisa dopo la notizia della sentenza choc del tribunale di 5 giorni fa che prevede che il neonato abbandonato in un sacchetto a Ragusa, dopo tre anni debba tornare dalla madre naturale.

Giovanni invece non è stato abbandonato ma non riconosciuto, una scelta difficile ma responsabile verso cui la coppia aretina vuole sensibilizzare. «La donna che lo ha partorito ha fatto una scelta difficile ma di grande responsabilità ha concluso la maternità nonostante le condizioni sociali e ha lasciato il bambino a un destino migliore. Tutto nel massimo anonimato che rispettiamo, ha firmato la rinuncia al riconoscimento, rinunciando di fatto a tutti i suoi diritti». Poi la scelta di condividere la propria esperienza per essere l’aiuto ad altri potenziali genitori adottivi.

«Ci sentiamo genitori a pieno e non avremmo potuto desiderare di meglio, la nostra esperienza magari è utile a chi ci sta pensando. Lo rifaremmo cento volte, sicuri di aver fatto la scelta giusta. Una scelta che non si fa a cuor leggero ma che va maturata e riflettuta perché poi non si torna indietro. Grazie ai tanti amici che si sono offerti di darci vestiti e attrezzatura che noi abbiamo raccolto perché non avevamo nulla. Abbiamo comprato solo latte e pannolini, adesso ci organizziamo...».