Adescamenti, immagini porno e violenza: un bambino su cinque è vittima della Rete

La prima indagine toscana di Cyber Education coinvolge 2500 studenti. La metà degli intervistati ammette di fare amicizia tramite social

Bambini al computer (Foto di repertorio)

Bambini al computer (Foto di repertorio)

Prato, 9 febbraio 2022 - Trappole, adescamenti via web, contenuti porno e violenza estrema: è quanto si trovano a fronteggiare ogni giorno bambine e bambini maneggiando uno smarthphone. Non è raro vedere già in quarta elementare studenti con in tasca un telefonino, padroneggiato con un’abilità unica ma senza consapevolezza dei rischi reali. Sono nativi digitali perché cresciuti al fianco delle nuove tecnologie, ma non hanno alcun paracadute se non il filtro dei genitori che nella stragrande maggioranza dei casi si trovano a gestire strumenti che per primi non conoscono fino in fondo. Basta pensare che Instagram, uno dei social più in voga tra i giovanissimi insieme a TikTok è nato appena 12 anni fa.

La nuova frontiera educativa - per molti aspetti un’emergenza - riguarda l’uso consapevole del web da parte di bambini e ragazzi. Fanno riflettere i primi dai emersi dall’indagine realizzata dalla cooperativa Servizi educazione digitale (Sed) nell’ambito del progetto Cyber Education realizzato con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio in occasione della Giornata internazionale per la sicurezza on line secondo la quale un terzo dei ragazzini intervistati tra 11 e 13 anni accede a siti porno mentre uno su cinque ha ricevuto video violenti.

L’iniziativa coinvolge i ragazzi delle elementari e delle medie di sette istituti comprensivi – Lippi, Malaparte, Primo Levi, Convenevole, Bartolini di Vaiano, Pertini di Vernio, Mazzei a Poggio a Caiano – e una scuola superiore, l’istituto Datini, per un totale di 2500 studenti. I primi risultati che prendono a campione 750 tra bambini e ragazzi mostrano uno spaccato preoccupante: il 31% degli studenti fra 11 e 13 anni accede ai siti pornografici volontariamente, il 22% ammette di avere ricevuto e visto contenuti estremamente violenti come abusi, torture e sevizie su adulti, bambini o animali tramite la messaggistica istantanea e l’11% ammette di avere a suo volta condiviso i contenuti. Il 19% è entrato in contatto con gruppi di messaggistica o pagine social in cui si incitava a comportamenti violenti, disturbi alimentari, pratiche autolesioniste, incitazione alla violenza verso gli affetti, discriminazione verso categorie di minoranza. Al 16% è stata offerta da parte di uno sconosciuto agganciato online una ricompensa in denaro (su PayPal, credito telefonico o crediti nei giochi) in cambio di foto o video porno. 

I risultati evidenziano anche che il 56% degli intervistati dichiara di fare conoscenza con nuove persone tramite chat, conversando direttamente attraverso la frequentazione di gruppi o contatti a disposizione nei social più in voga. Il 43% degli intervistati è realmente preoccupato per eventi vissuti attraverso la rete come offese, richieste inadeguate da sconosciuti o contenuti estremamente violenti inviati attraverso le chat. Anche quelle di classe. 

Silvia Bini