
Dovranno rispondere di danneggiamenti e vilipendio alla bandiera tricolore due ragazzini, 16 anni lei, 14 lui, che giovedì sera hanno dato fuoco alla corona d’alloro deposta in piazza delle Riconciliazione a Poggio a Caiano. La ‘mente’ del gesto, secondo la ricostruzione dei carabinieri, sembra essere stata la ragazzina, italiana ma di origini albanesi, che ha convinto l’amico più piccolo (italiano, ma di origini nordafricane) a incendiare il simbolo deposto in occasione della giornata della Memoria. Quella dei due ragazzi non sembrerebbe dunque una provocazione contro l’Olocausto, bensì un attacco ai colori della bandiera italiana: la corona d’alloro era infatti fasciata da una coccarda tricolore. E in tal senso vanno anche le frasi offensive contro l’Italia pronunciate dalla 16enne mentre la corona andava in fiamme e riferite dai presenti alle forze dell’ordine. I carabinieri sono risaliti velocemente agli autori del gesto grazie alle telecamere presenti in zona. Prima hanno rintracciato il 14enne, poi tramite lui sono risaliti al nome della ragazza, fermata quando era già rientrata in casa. Dispiaciuti e stupiti dall’accaduto i genitori dei due minorenni: ma se il 14enne ha subito chiesto scusa per il gesto, lei si è invece mostrata più fredda, raccontando di volere lasciare l’Italia per potere tornare in Albania. Le indagini dei carabinieri comunque vanno avanti, mettendo al setaccio i profili social dei due ragazzini: l’obiettivo dei militari è quello di capire se ci sono stati degli episodi di razzismo ai danni degli autori del gesto vandalico, che poi hanno spinto i due minorenni a dare fuoco al simbolo tricolore. Nel frattempo a stabilire le conseguenze per i due ragazzi sarà il tribunale dei minorenni. L’episodio ha suscitato l’immediata condanna da parte della politica. Il sindaco Francesco Puggelli parla di "atto gravissimo". "Sono amareggiato per quanto successo. Si tratta di un gesto che colpisce la nostra memoria. Atti come questo non sono giustificabili e gli autori vanno fermamente condannati. Ci aspettiamo che la giustizia faccia il suo corso in tempi rapidi e senza sconti". Sul tema intervengono anche i consiglieri comunali della Lega Diletta Bresci, Elena e Stefano Chiti. "Lascia perplessi la dichiarazione del sindaco che pare quasi giustificare questo atto con un disagio vissuto da queste persone di cui parrebbero essere l’Italia e gli italiani in parte responsabili", dicono. "Non c’è giustificazione per chi brucia un qualsiasi oggetto che testimoni la Shoah e il tricolore. La condanna deve essere totale e non parziale solo perché si tratta di ragazzi di origine straniera".
Stefano De Biase