REDAZIONE PONTEDERA

La famiglia Barachini non è più nel Pontedera

Tra le novità del nuovo assetto societario anche l’uscita di scena del "presidentissimo" Luciano. C’era lui quanto i granata batterono l’Italia

A parte la rinuncia dell’ultimo istante di un socio, le cui quote sono state comunque ridistribuite tra gli altri imprenditori consentendo di registrare regolarmente l’atto notarile, la grande novità emersa l’8 giugno dal nuovo assetto societario è la fine dell’era-Barachini nel Pontedera. Di Luciano ovviamente, ma anche della famiglia, visto che il figlio Marco, oggi quarantenne, pur non essendosi mai impegnato in prima persona, è cresciuto a pane e Pontedera. L’imprenditore calzaturiero rilevò infatti la società nell’ormai lontano 1989, diventandone presidente. Con lui nel corso degli anni si erano avvicinati una serie di amici-sponsor come Carletto Monni, Vasco Puccioni, Giampaolo Lami, Emilio Nesti e Piero Gradassi, quest’ultimo ancor oggi nel club dove riveste la carica di presidente.

Barachini ha mantenuto la squadra sempre tra i professionisti, nell’allora Serie C2, riuscendo per una stagione a giocare anche in C1, regalando la storica vittoria sull’Italia e due amichevoli di lusso come quella contro la Juventus (Barachini ha avuto un ottimo rapporto con Giovannino Agnelli e lo ha tuttora con Moggi) e la Fiorentina di Bastistuta. Nell’aprile del 2000 ha venduto il club a Roberto Margiotta, retrocesso tra i dilettanti due mesi dopo, perdendo i play out contro la Rondinella. Dieci anni più tardi, a fine giugno 2010, ha riallacciato i fili con la società granata, rispondendo, insieme ad altri imprenditori locali, alla chiamata dell’allora sindaco Simone Millozzi per salvare un Pontedera a rischio sparizione e acquisendo il 10% delle quote.

L’anno successivo i granata vincono il campionato di Serie D e tornano tra i professionisti, ma la coppia Masi-Aringhieri (allenatore e direttore sportivo) non viene confermata ed è Barachini a fare il nome di Paolo Giovannini – che aveva conosciuto perché era stato il procuratore di alcuni calciatori del Pontedera - dando così il via a 10 anni di calcio ai massimi livelli per la storia granata. Fino a due mercoledì fa, quando l’ex "presidentissimo" ha lasciato la sua parte di quote, salita nel frattempo al 15%, chiudendo 25 anni di vita granata. "Chi è subentrato – si è limitato a dire - ha trovato una società sana a e col bilancio in pari. Spero che se domani, fra tanti anni, questo giochino dovesse venirgli a noia, chiunque rientrerà, che sia io o altri, ritrovi la società in pari, senza debiti e che non ci sia bisogno di riprendere il Pontedera per i capelli. Per me sarebbe la terza volta dopo quelle nel 1989 e nel 2010". "Per il resto – ha concluso Luciano Barachini - auguro a tutti ogni bene e spero che chi è adesso in società, tutte persone serie, riesca a portarla dove nessuno è mai riuscito. Se mi hanno chiesto di rimanere? Sì, ma è giusto che io lasci e che i nuovi seguano la loro strada".

Stefano Lemmi