
Andrea Coviello premiato nella serata del «Pulcino d’argento» di Cascina
Più tiri, più vinci. Certo, devi avere anche la mira giusta, ma di certo più volte concludi verso la porta avversaria e più probabilità hai di fare gol e quindi di vincere una partita. Nell’analisi dello 0-3 di venerdì sera contro l’Arezzo, il dato più evidente è arrivato da questo tema: non solo il numero di tiri degli aretini è stato il doppio di quelli del Pontedera, 14 contro 7, ma quelli finiti nello specchio della porta sono stati 6 contro 1 soltanto. Da ciò si deduce che gli uomini di Bucchi hanno impegnato Vannucchi nel 42,8% delle conclusioni scagliate, quelli di Menichini hanno chiamato all’opera Venturi solo nel 16,7% delle volte. Morale di casa granata: pochi tiri e mal calibrati. Lo evidenzia anche l’xG (expected Goals), ossi ala probabilità che ha un tiro di finire in rete, che per il Pontedera è stato di 0.542 contro 1,227, più del doppio. Come più del doppio è stato anche l’indice di pericolosità, che ha fatto segnare un valori di 46 degli ospiti contro il 24 dei pontederesi. Numeri che hanno reso vani i dati che invece il Pontedera è riuscito a portare dalla sua parte. Tipo, per la fase offensiva, il maggior numero di pale laterali, che è stato di 13 contro 9, oppure quello dei dribbling, 20 contro 17, o il possesso-palla, che si è assestato sul 52% contro il 48%. Per la fase difensiva invece i granata hanno prevalso solo sul numero di palle recuperate nella metà campo avversaria, che sono state 17 contro 14 degli aretini, i quali, curiosamente, nonostante avessero il derby in pugno dopo appena mezz’ora, hanno commesso più falli, 24 contro 18, ricevendo 8 cartellini gialli (di cui due allo stesso calciatore, Chiosa, espulso nella ripresa) contro i 4 del Pontedera.
Nonostante questo, quella degli ospiti non è stata una supremazia schiacciante sul piano del palleggio, bensì è stata soprattutto l’evidenza di una più netta forza d’impatto e di valori. Perché non bisogna mai dimenticare che tra Pontedera e Arezzo la differenza maggiore è nell’esperienza, e questo ha inciso in particolare nel primo tempo, contro una squadra come quella granata, con molti calciatori alla prima esperienza in Serie C, giovani che col tempo verranno fuori. Intanto lunedì sera nel prestigioso parterre della 50a edizione del Pulcino d’argento, svoltosi a Cascina, il giovane Andrea Coviello, centrocampista granata, ha ricevuto il 24° premio Memorial Redini in qualità di giovane calciatore messosi in luce nella passata stagione. "Un bel riconoscimento per il classe 2006 – scrive il club in una nota social – capocannoniere dell’ultimo campionato di Primavera 4, che dopo aver compiuto la trafila nel settore giovanile granata, è oggi parte integrante della prima squadra".
Stefano Lemmi
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