PISA
E’ morto all’età di 25 anni Light Burner, il purosangue che "La Gazzetta dello Sport" definì "il cavallo proletario". La sua vicenda sportiva, che lo vide per tutta la san carriera nelle scuderie di Barbaricina, rappresenta ciò che il mondo dell’ippica di tanto in tanto concede: la realizzazione di un sogno, il verificarsi dell’impossibile. Light Burner era nato nel 1996, figlio di Seattle Center e di Avuta, ed era stato allevato da Francesca Bianchi. Il debutto avvenne appena sbocciati i 2 anni, a Firenze, il 21 maggio del 1998 in una corsa "a vendere", quella che sembrò essere la sua categoria visti i natali non eccelsi. Vinse anche se in parità con la femmina Farnesana.
All’asta del dopo corsa il cavallo venne acquistato da Andrea Scali per la scuderia Kalis e dato in allenamento a Elisa Castelli, patentata da appena un anno. Dopo il successo nella "vendere", subito il salto, in apparenza assurdo, in una buona condizionata romana che il cavallo, a quota altissima, vinse con facilità. Era lecito, a quel punto, davvero sognare? Dopo quel successo Light Burner vincerà, nella carriera dei 2 anni, due Listed: il premio Criterium di Torino e il premio "Campobello".
Un mese dopo Lighr Burner fu terzo in una ‘classica’ di Gruppo 2, il premio "Berardelli" Roma. A 3 anni la carriera non deluse giacché vinse il premio "Principe Amedeo" (Gruppo 3) e in seguito si piazzò in altre ‘classiche’ come lo Scheibler, il Duca d’Aosta, il St Leger. Non poté correre il Derby per una sobbattitura ma nel 1999 gli sarà assegnato il primo posto nel rating dei cavalli sulla distanza di 2400 e oltre. A 6 anni Light Burner concluse la sua attività dopo 11 corse vinte per una somma totale di 160 mila euro. Venne ritirato dalla sua allevatrice Francesca Banchi. Quindi, per 19 anni, è rimasto in perfetta serenità a brucare l’erba in un paddock dell’allevamento Aurora a Cenaia coccolato e amato fino all’ultimo dei suo giorni.