Poesia e suggestioni nella mostra che omaggia i Taviani sotto la Rocca

San Miniato, l'esposizione sta raccogliendo molti consensi e resta visitabile fino al 31 gennaio al Mu.Me

Leonardo Casalini

Leonardo Casalini

San Miniato, 1 gennaio 2019 -  Come i Taviani scelsero gli occhi della piccola e bellissima Cecilia per evocare il passato di sangue sui colli della loro Toscana, così il Centro cinema di San Miniato, dedicato ai due fratelli cineasti, ha scelto gli occhi di Leonardo Casalini, un giovane professionista toscano (appena 25 anni) della regia fotografica per rileggere e ricordare Vittorio Taviani, scomparso lo scorso aprile. Da questo sguardo è nata una mostra, «Sacri silenzi», – fino al 31 gennaio Mu.Me a San Miniato  – che entra, con le immagini, dentro quel pensiero complesso, di grande poesia, passione ideologica, amore per la libertà e per la bellezza della natura, che ha accompagnato tutta l’opera dei maestri sanminiatesi.

Uno sguardo che privilegia Vittorio, pur non dimenticando mai quel «mistero» a quattro mani, inspiegabile anche a loro stessi, che ha reso possibili capolavori ammirati e premiati in tutto il mondo: da «Padre, padrone», a «La notte di San Lorenzo», «Fiorile», «Le affinità elettive», e altri ancora. Cercando in ogni sequenza la magia dello sguardo dei registi a caccia, come dal primo istante del loro cinema, di verità nascoste.

Le foto di scena di Umberto Montiroli (fotografo dei Taviani per quarant’anni da «Padre padrone» a «Un questione privata») sono state contestualizzate da Casalini in un allestimento di grandi suggestioni dove un video – in cui compaiono spezzoni di film, interviste, e straordinarie colonne sonore –, offerto in intimità, consente di immergersi nel mondo dei Taviani. Una mostra, infine, sulla quale ci sono già attenzioni di prestigiosi festival del cinema italiano e che, nel prossimo marzo, potrebbe già debuttare fuori dai confini di San Miniato. Intanto è già iniziato il lavoro che porterà ad un omaggio specifico all’ultimo film dei Taviani, «Una questione privata» e che lo stesso Casalini trasformerà in una mostra.