Capitale italiana della cultura, Volterra ci prova

Parla il neoassessore Dario Danti. Ecco come progettare la candidatura del colle etrusco

Dario Danti

Dario Danti

Volterra (Pisa), 16 giugno 2019 - "Arrivo a Volterra in punta di piedi". Emozionato, durante il consiglio comunale di insediamento, come un bimbo al primo giorno di scuola nonostante i molti "battesimi" di fuoco in campo politico e amministrativo, il nuovo assessore alle culture, Volterra Internazionale e artigianato Dario Danti snocciola il primo, gigantesco progetto che catapulterà il colle etrusco nell’olimpo delle capitali italiane della cultura. Sì, proprio così: l’uragano Danti (42 anni, pisano, docente di storia e filosofia), ha tutta l’intenzione di dare corpo e veste al progetto già annunciato dal sindaco Giacomo Santi in campagna elettorale.

Assessore Danti, come si svilupperà la candidatura di Volterra a capitale italiana della cultura 2021?

«Intanto aspettiamo che il dicastero sforni il bando. A proposito, lancio un appello al ministro Alberto Bonisoli: a quando la pubblicazione del bando?».

Quali saranno i punti focali della candidatura?

«Creare una rete, un coinvolgimento che tocchi tutti. Vede, il piccolo potrà sentirsi grande, ognuno dovrà, anzi potrà dare il proprio contributo, anche minuscolo. Sarà una corale chiamata alle arti, dove tutti dovranno sentirsi protagonisti. Voglio essere un facilitatore di idee, non un accentratore. E lo confesso: sono innamorato pazzo di questa città».

Anche Livorno, tempo fa, si è fatta avanti nella candidatura a capitale della cultura. Assisteremo così a un derby tutto toscano?

«Poco importa se una città ha un numero maggiore di abitanti, Volterra è già una capitale mondiale, ha un’ambizione internazionale. Memorie, radici, prospettive: Volterra ha tutte le carte in regola per diventare capitale italiana della cultura. Poi, in tutta onestà, non conosco i piani della nuova giunta labronica».

Assessore, è vero che costruirà il suo quartier generale nella biblioteca comunale?

«Non mi piace stare rinchiuso a Palazzo. La mia idea è quella di essere presente nei luoghi della cultura del nostro territorio a partire dalla biblioteca, in cui farò orario di ricevimento e il cui ruolo deve tornare ad essere centrale nel sistema culturale cittadino».

Ultima domanda, lei terrà le redini anche dell’artigianato, un settore cruciale: cosa bolle in pentola?

«Artigianato e alabastro sono un bene unico da rivivificare. Penso a una visione internazionale, attivando percorsi formativi a livello locale e creando scuole di alta formazione che attirino artisti e persone da tutto il mondo».

Le rivali? Livorno, Torino, Pordenone, Rovigo e Modica: sono le città italiane che hanno già manifestato la volontà di candidarsi a capitale italiana della cultura 2021. "Ascolto, partecipazione, apertura e visioni saranno i capisaldi del mio assessorato", dice ancora l’assessore Danti che rilancia il progetto della candidatura del colle etrusco.