REDAZIONE PONTEDERA

"Una banca dati capace di drenare la rete"

Ritrovamenti clamorosi, indagini ad altissima tecnologia e l’arte nel mirino della criminalità. Il generale Riccardi a Palazzo Grifoni

I traffici illeciti e l’arte. Centinaia di migliaia di file contenerti elenchi e dati di opere da ritrovare in tutto il mondo. Ma anche oltre tre milioni di opere recuperate. Un primato italiano: con il 2021 e a partire dal 1969, anno di fondazione, il corpo di eccellenza dell’ intelligence dell’arte, il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, a capo del quale oggi è il generale Roberto Riccardi, ha portato all’obiettivo importanti operazioni. Alcune illustrate ieri dallo stesso generale, ospite della Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato intervistato, davanti al folto pubblico nella sala Pierazzi di Palazzo Grifoni, da Piero Fachin, vice direttore de La Nazione. Sul tavolo il tema "Carabinieri dell’arte. La tutela del patrimonio culturale in Italia" – serata organizzata dalla Fondazione guidata da Antonio Guicciardini Salini in collaborazione con l’Associazione Osc Onlus – per conoscere da vicino l’opera preziosa che svolge questo reparto altamente specializzato dei militari dell’Arma.

Centoventi uomini che si muovono con indagini capillari e complesse. Al loro fianco una banca dati enorme, a cui tutti i Paesi - ha spiegato il generale - possono chiedere di inserire ciò che nuovamente manca. Negli ultimi anni l’ha fatto l’Iraq che venne saccheggiata e che è riuscita a recuperare almeno la metà, grazie anche al lavoro dei carabinieri italiani su questo fronte sul quale, da sempre, si scatenano gli appetiti ignobili di criminali. Una banca dati in continuo aggiornamento che di recente ha avuto un contributo di 5milioni di euro dall’Unione Europea per essere dotata degli ultimi aggiornamenti hi-tec: diventerà, tra pochi mesi, un sistema capace di lavorare senza sosta facendo caccia nelle rete di opere che mancano all’appello. "Un’intelligenza artificiale in grado da sola di scandagliare anche gli angoli della rete", cercando opere nelle collezioni di musei in tutto il mondo, nei cataloghi delle aste o anche nel deep web. Un lavoro che porta gli investigatori dell’arte italiani anche all’estero. Come appunto in Iraq, ma anche in Libano dove l’esplosione danneggiò il museo. O in Albania e Messico. "E ora c’è l’Ucraina", ha detto il generale Riccardi che si è già messo a disposizione del governo di Kiev. Perché anche l’arte è vittima della guerra. Eppure è un patrimonio universale. “L’arte racconta la vita“. Incalzato dal vicedirettore Fachin il generale, attingendo ad importanti operazioni passate, ha raccontato come si muove l’indagine: dalla scena del crimine all’intelligence che mete a fuoco il rapimento.

Per ritrovare la vittima. I furti grazie ai sistemi tecnologici di sorveglianza sono in calo. La contraffazione no, il mondo dei falsari è vecchio quanto il mondo e c’è ancora. Ma ci sono anche gli investigatori dell’arte, pronti a muoversi, oggi, aiutati dalla scienza. Il generale ha raccontato anche alcuni ritrovamenti che più di altri lo hanno emozionato. Tra molti quello dell’orologio a pendolo del Quirinale, e quello di una Madonna restituita a Scansano nel 2021 e che mancava dal 1971. Un ritorno salutato dalle lacrime dei fedeli. Il generale è stato accolto alla Fondazione Crsm dal vicepresidente Giovanni Urti. Presente anche il vescovo Andrea Migliavacca ed i vertici locali dei carabinieri e della finanza.

Carlo Baroni