Un tour nella fabbrica del cioccolato

Dalla scuola di cucina alla produzione di tavolette. A Ponsacco l’azienda Tessieri investe sulle piantagioni e sullo stabilimento

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PONSACCO

È un viaggio attraverso continenti, sapori e profumi quello che trasforma il cacao di tutto il mondo in cioccolato Noalya. Un viaggio fisico, in mare, che porta i preziosi chicchi da un continente all’altro fino ad arrivare nel cuore della Toscana a Ponsacco dove diventa cioccolato, ma anche sensoriale attraverso il gusto, fino a scoprire note di uno spartito scolpito nella terra. "Il nostro lavoro – raccontano Alessio Tessieri e Marianna Salvini – comincia proprio dalla terra, dallo studio delle piantagioni e dei terreni per capire che note possono dare al cacao. Continua nell’applicazione del nostro metodo al processo di fermentazione, essiccazione, di tutto ciò che avviene tra la fase della raccolta fino al momento in cui il cacao viene chiuso in sacchi di iuta e comincia quel viaggio che lo porterà fino a qui. È il momento più delicato di tutti, lì si decide il sapore del cacao. Un processo che abbiamo messo a punto nella nostra piantagione in Venezuela e che chiediamo di applicare a chiunque lavori con noi, in ogni angolo del mondo". Il nome Tessieri è conosciuto per essere un’azienda che da sessant’anni si occupa di distribuzione di prodotti alimentari per pasticcerie, forni, ristoranti e alberghi. Da qualche anno si è aggiunta la scuola di cucina e per ultima la produzione di cioccolato con la prima tavoletta confezionata ad agosto 2018. Un prodotto che ha dentro di sé l’esperienza e l’anima del viaggio, una ricerca continua di sapori e ricette che dialoga con ben 22 paesi produttori dei chicchi che formano le etichette mono origini del cioccolato Noalya. "Come nasce il nome? – raccontano – È una parola creata ad hoc, di fantasia ma che richiama suoni esistenti in più lingue. È un suono dolce, sensuale, femminile. Al nome, poi, abbiamo aggiunto la più grande caratteristica del nostro prodotto “cioccolato coltivato“. Un richiamo alla terra ma che racchiude anche la grande passione che c’è dietro". "Serve un’educazione al nostro cioccolato – concludono – perché tutti noi mangiamo quasi quotidianamente qualcosa di diverso da questo. Ci dedichiamo in maniera maniacale alla qualità e il nostro obiettivo per i prossimi anni sarà continuare a raccontarci, a farci conoscere senza abbandonare mai questa premessa, la nostra logica del gusto". Anche la fabbrica, a pochi passi dalla sede Tessieri a Ponsacco, racconta questa storia.

Sarah Esposito