La Pieve di San Giovanni Battista di Corazzano è prezioso capitolo di storia. È menzionata già in un documento dell’892. L’attuale edificio, a croce latina con un’unica navata absidata, ha la facciata incorniciata da due lesene angolari e ravvivata dall’inserimento di alcuni reperti in marmo e di un frammento di epigrafe di età romana. Bellissima. Sul lato sinistro si alza il massiccio campanile con coronamento merlato.
All’interno si conservano un fonte battesimale, proveniente dall’antica chiesa di Barbinaia e sulla parete destra un affresco quattrocentesco, restaurato anni , raffigurante la Madonna del Latte, attribuito alla scuola del pittore Cenni di Francesco di ser Cenni. Questa alcuni passaggi storici. Ma la Pieve è da salvare. L’eificio fu già oggetto di lavori di messa in sicurezza nei primi anni 2000 e di un successivo restauro interno nel 2016. Lavori che non hanno risolto definitivamente i problemi di stabilità dell’edificio, messo in pericolo dalle strutture più recenti dell’ex canonica, quelle addossate alla navata destra della chiesa. La parrocchia, guidata da don Simone Meini, sotto il cui territorio di competenza ricade la Pieve, si sta muovendo in modo importante. E anche nei giorni scorsi – si apprende – è stata fatta una riunione per parlare dei lavori alla Pieve di Corazzano.
"C’è stata una bella partecipazione in particolare dei fedeli e delle associazioni di Corazzano che ringraziamo particolarmente ma anche di tutta la Valdegola visto il tema che sta a cuore per tutti – spiega la parrocchia –. Un ringraziamento per l’operato e la presenza dell’ingegnere Massimiliano Poli e dell’architetto Lori Bagnoli che hanno fatto il computo metrico e il quadro economico dei lavori".
"Abbiamo riflettuto su come poter trovare la parte economica che spetta alla parrocchia in riferimento ai lavori – prosegue la nota – ma abbiamo affrontato il tema dell’unità dei conti di ogni singola chiesa giungendo alla decisione che ogni chiesa manterrà le sue entrate e le sue uscite, e come in ogni famiglia ognuno porta il tanto o il poco senza stare a guardare chi ha portato di più o di meno, ma guardando al risultato finale dei lavori che verranno eseguiti con più possibilità e in minor tempo possibile".
"La Valdegola può fare tanto se camminiamo insieme abbattendo i muri di egoismo e di individualismo – conclude – e venendosi incontro gli uni verso gli altri, e viceversa facendo memoria del cammino fatto insieme e dei lavori che sono e saranno stati fatti". La Pieve sarà salvata.
C. B.