
La parola ‘ripartenza’ da due anni esatti è entrata a far parte di un vocabolario comune. Riconquistare fette di normalità dopo l’esplosione pandemica nel 2020 che ancora, nonostante l’emergenza sanitaria sia stata archiviata dal governo, continua a fare il suo sporco gioco. Quindi, il 2022 sarà davvero l’anno in cui i motori potranno riaccendersi a livello turistico-culturale? Prendiamo l’esempio di Peccioli, che lo scorso anno è stato il campanile protagonista alla Biennale di Architettura di Venezia come vessillo di resilienza. Ebbene, quali prospettive si potrebbero spalancare da ora in avanti, dato che non sarà una primavera di restrizioni come nell’ultimo e tragico biennio? Ne parliamo con il sindaco di Peccioli, Renzo Macelloni.
Sindaco, che aria tira nel borgo che dal 2009 ha conosciuto un forte incremento turistico?
"Per questo ponte pasquale abbiamo visto già un buon movimento fra Peccioli e Ghizzano. Probabilmente si tratta di un turismo di prossimità, ma si vedono in giro anche turisti extra Regione e stranieri. Già rispetto al 2021, in cui vi erano ancora restrizioni ma meno pesanti del 2020, viaggiamo verso un cammino di ripresa".
Qual è il grande catalizzatore di Peccioli?
"Abbiamo investito molto e fatto tanti passi in avanti: un paese che si è saputo rinnovare e che è diventato emblema di arte contemporanea, in cui elementi di innovazione convivono con un borgo medievale e con gli aspetti più caratterizzanti della Toscana autenica".
Capitolo eventi: cosa accadrà nel 2022?
"A maggio torna la rassegna ’Pensavo Peccioli’, nel week-end dal 13 al 15 maggio. Stiamo componendo il puzzle e, come nelle precedenti edizioni, vi saranno ospiti importanti. Idem 11Lune, che tornerà, ma urge una riflessione".
Prego.
"Non pensiamo di tornare al mondo e alla vita come era prima del 2020".
Un’analisi che è diventata un mantra per lei.
"E’ così, non pensiamo che tutto torni come per magia al 2019. Il 2022 sarà un anno di transizione. In più dobbiamo prendere piena coscienza del fatto che in Europa c’è una guerra, e ci siamo dentro anche noi, come Paese".
Sindaco, si riferisce a una sorta di processo in cui si elabora e si metabolizza, ognuno a suo modo, lo sconvolgimento avvenuto negli ultimi due anni?
"Esatto. Da un lato, ecco la voglia di lasciarsi tutto alle spalle. Dall’altro lato, vediamo il segno indelebile che la pandemia ha lasciato nelle nostre abitudini di vita. C’è un evidente desiderio di normalità ma esiste anche una forte demarcazione rispetto al periodo pre pandemia. Se vogliamo, anche per le tante paure che le persone hanno vissuto a livello psicologico e che legittimamente possono permanere. Per questo noi siamo chiamati a mettere in piedi non solo delle prospettive attraverso una programmazione, ma anche a osservare con attenzione cosa accade come elemento di lettura di ciò che può cambiare. Significa riorganizzare quello che fino a prima della primavera 2020 era sedimentato".
Ilenia Pistolesi