Certi disagi non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano, un po’ come gli amori. Succede così che tra i Pontederesi e la strada di Patto, croce e delizia, più croce in verità, degli automobilisti e degli autotrasportatori della Valdera. Non è bastato l’annuncio del completo rifacimento della strada nata per collegare la zona industriale a sud di Pontedera con quella di Ponsacco evitando di attraversare le aree residenziali dei due Comuni per frenare le polemiche intorno a quella circonvallazione. Così come non è bastato l’avvio del cantiere, rimasto poi bloccato per settimane, anche a causa della pioggia continua. "Come sempre accade – scrivono i consiglieri della Lega Domenico Pandolfi, Michela Crespina, Rebecca Stefanelli e Giorgio Petralli – i lavori pubblici a Pontedera, non rispettano mai i tempi di realizzazione. E la strada di Patto non fa eccezione. Ai disagi per un’opera fatta male, si sommano quelli per i lavori che si allungano nei tempi. E siccome al peggio non c’è mai fine, anche la segnaletica della deviazione in loco non aiuta di certo gli automobilisti. Dove si indica la deviazione c’è la direzione Ponsacco che in realtà è l’unica aperta e percorribile mentre le indicazioni all’imbocco della strada chiusa non ci sono. Sarebbe stato sufficiente smontare i cartelli e metterli sul palo della deviazione, ma tanto si sa, dei disagi importa poco a tutti".
I disagi riguardano anche la metodologia con la quale Anas sta eseguendo i lavori. "Si poteva optare – dichiara Matteo Bagnoli di Fratelli d’Italia – per un’altra soluzione senza la chiusura di un intero tratto di strada per un tempo indefinito. Si poteva chiudere una corsia per volta, come succede in superstrada per esempio, così da permettere il transito e la sopravvivenza di quelle attività che insistono sulla via di Patto. È chiaro che i lavori sono più che necessari e che abbiamo aspettato anche troppo, ma il cantiere poteva essere organizzato differentemente".
Insomma i disagi della strada di Patto non finiscono e non fanno ancora parte soltanto del passato. Non riguardano le tante buche scansate negli anni dai migliaia di frequentatori della via, degli slalom tra le voragini che diventano laghi appena piove; adesso hanno a che vedere con la forma e i tempi del maxi cantiere Anas, che blocca e congela ancora una volta il lavoro delle attività che insistono sulla strada e che fino a questo momento hanno privilegiato soltanto delle croci di questo dannato tratto di viabilità. Le delizie? Probabilmente arriveranno non appena sarà finito il cantiere e non appena l’ultima transenna sarà portata via.
Sarah Esposito