REDAZIONE PONTEDERA

Spiaggia sicura: bastano i divisori "naturali"

Un gruppo di giovani architetti progetta spazi anti-Covid in legno e materiali riciclati. Transito unidirezionale e distanze garantite

Il rendering

Cuoio-Valdera, 5 maggio 2020 -  Con l’avvicinarsi della bella stagione molti architetti hanno concentrato i loro sforzi progettuali su come risolvere il problema dei divisori anti-Covid sulle spiagge. Un gruppo di giovani professionisti, residenti tra San Miniato, Montopoli, Pontedera, Firenze e Prato, insieme dai tempi dell’Università, hanno unito le loro menti per ribaltare il punto di vista: non più barriere ma solo rispetto delle distanze. Ecco nascere il lavoro denominato #E-stateInSicurezza dal sottotitolo ‘Liberi ma sicuri‘. Andrea Favilli, Antonio Giannetti, Caterina Ghelli, Mirco Guasti, Lavinia Guicciardini Salini, Lucio Innocenti, Tommaso Laezza, Consuelo Rellini sono i componenti della squadra che ha basato il proprio ingegno su tre concetti chiave: flessibilità, sicurezza, ma soprattutto sostenibilità.

Si perché l’idea vincente è quella di utilizzare materiali facilmente intercambiabili e reperibili in tutte le regioni italiane. "Legno per la struttura centrale, pallet e corda per la delimitazione dei corridoi e canapa, un tessuto naturalmente antibatterico, utilizzabile per il rivestimento dei cuscini. L’intento è quello di perseguire un’idea di sostenibilità ambientale ed economica – spiega Antonio Giannetti –. Anche i costi saranno accessibili e da contestualizzare. Indicativamente ci aggiriamo sui cinque euro al mq in caso di una fornitura completa". Obiettivo doppio: abbattere anche le barriere psicologiche.  

«Molte delle proposte analizzate erano accomunate dal fatto che tendevano a rinchiudere l’uomo in un oggetto – ancora Giannetti –. La nostra ottica è differente. Ci siamo concentrati sul rispetto delle distanze grazie a uno schema di flussi mono-direzionali. Così proprietari e fruitori potranno tornare in spiaggia serenamente". Ma da veri professionisti moderni hanno ponderato bene i materiali nell’ottica del riciclo. Non hanno trascurato nemmeno la flessibilità dividendo un ipotetico stabilimento in tre macro aree. Idee modulari basate sia sui materiali facilmente reperibili sia sulla garanzia di sicurezza. "Senza barriere occludenti il rischio contagio si evita assicurando il rispetto delle distanze minime con l’installazione di arredi e strutture che si integrino perfettamente nel paesaggio balneare", conclude Giannetti. Insomma nuove idee per portare sotto il sole sicurezza e libertà.  

Marcello Baggiani © RIPRODUZIONE RISERVATA