Rischio roghi, giro di vite Il sindaco vieta i bivacchi

Un’ordinanza di Toti con regole ulteriormente restrittive per prevenire incendi

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Ulteriore giro di vite del sindaco di Castelfranco, Gabriele Toti, per prevenire il rischio incendi. Che è altissimo. Per due volte, nei giorni scorsi, infatti, il fuoco c’è stato nella boscaglia di Orentano al confine con Altopascio. Siccità e secca sono un terreno fertilissimo per le fiamme. Ora il primo cittadino, con un’ordinanza ha varato ulteriori disposizioni destinate a regolamentare alcuni aspetti specifici. Vietando anche i bivacchi in campagna.

I proprietari, affittuari e conduttori a qualsiasi titolo di aree boscate e rurali confinanti con insediamenti residenziali, turistici o produttivi – spiega l’ordinanza – devono provvedere, a proprie spese, a realizzare e a mantenere una fascia parafuoco di almeno 5 metri di protezione nella loro proprietà. Nelle stesse aree è vietato lo stazionamento ed il bivacco (ad eccezione delle aree pubbliche adibite a tale scopo).

Inoltre nelle attività turistiche e ricettive i proprietari, i gestori ed i conduttori di campeggi, villaggi turistici, centri residenziali, alberghi e strutture ricettive insistenti su aree esposte al pericolo di incendi boschivi, devono assicurare la discontinuità del combustibile vegetale in senso verticale e orizzontale delle aree a verde del proprio insediamento, per regolare lo sviluppo della vegetazione e mantenere in efficienza e sicurezza le stesse aree. In tutto il territorio comunale è fatto obbligo ai proprietari di tutti i tipi di terreni, di mantenerli, per tutta la loro estensione, in condizioni di buona manutenzione mediante falciatura, aratura e fresatura, nonché attraverso il taglio delle piante sporgenti su strade e piazze e la ricavatura di fosse e callari, comprensiva della rimozione dei residui di sfalcio e terra. Le violazioni a queste disposizioni saranno sanzionate.

Ovviamente restano in piedi anche tutti gli altri divieti: tutti gli abbruciamenti di residui vegetali agricoli e forestali, l’accensione di fuochi e di carbonaie; l’accumulo o lo stoccaggio all’aperto di fieno, di paglia o di altri materiali facilmente infiammabili; l’uso di strumenti o attrezzature a fiamma libera o che possano produrre scintille o faville. Il momento è di massima allerta per gli incendi e anche il Comprensorio del Cuoio, infatti, ha dovuto farci i conti: è di pochi giorni fa l’incendio sulla via Arginale a San Donato che costrinse alla chiusa del ponte sull’Arno a Santa Croce per procedere in sicurezza alle operazioni di spegnimento.

Carlo Baroni