
VALDERA-CUOIO
di Carlo Baroni
Sono stati centinaia i fedeli che dal Valdarno e dalla Valdera (molti da San Miniato, dove venivano organizzati pullman, ma anche da Palaia e Pontedera) raggiungevano il San Baronto negli anni ‘70 per incontrare mamma Ebe, morta a Rimini ad 88 anni. E per farsi "rifilare" – ma ce ne sono anche tanti, però, che dicevano di aver trovato benefici – intrugli di dubbia efficacia, mix placebo e preghiere con la promessa di miracolose guarigioni. Mentre lei, di giorno in giorno, infoltiva la sua schiera di seguaci. Allora, in quel mondo ancora in bianco e nero, si racconta che Ebe non chiedesse denaro, ma accettasse oboli, polli, prosciutti e formaggi. Ma dopo lo scoppio della scandalo si faceva finta di non conoscerla. Una figura, insomma, che ha sempre diviso: in tanti l’hanno amata,
Negli anni e con una crescente notorietà, poi, le cose sarebbero cambiate, e cure e medicinali prodigiosi sarebbero stati pagati profumatamente. Tant’è che quello della Santona, alla fine – secondo quanto emerso dalle inchieste – divenne un vero business e una vita tra gioielli e pellicce, mentre un numero crescente di fedeli si accalcava fuori dal "tempio" per vederla con i palmi delle mani stigmatizzati, e sperando che uno di quegli strani unguenti che dispensava portasse sollievo alle pene.
Mamma Ebe fu scoperta dall’Italia intera nel 1980 quando venne denunciata dal padre di una ragazza entrata nella Pia unione di Gesù Misericordioso che lei stessa aveva fondato. È l’inizio di una intricata serie di guai giudiziari: la prima condanna definitiva è del 2016. Ma prima del 1980 mamma Ebe era solo la guaritrice a cui ci si rivolgeva anche per telefono per chiederle consigli. Mamma Ebe, riuscendo ad insinuarsi nell’alveo della religione cristiana, era tra i guaritori che facevano più presa nelle gente. Il suo nome si passava di bocca in bocca, veniva sussurrato e consigliato nei racconti a veglia. E così, anche nei nostri paesi, nascevano le comitive per raggiungere il vicino San Baronto dove Ebe Giorgini raccontava di avere un rapporto privilegiato con la Madonna e con Gesù. Per guarire.
Dopo il primo arresto, il clamore, un film di Lizzani sulla sua vita, i processi, la vicenda giudiziaria della Giorgini si riapre dieci anni dopo, a Cesena, e nel 2004, di nuovo sul San Baronto. Con lei finirono in manette collaboratori, fra cui i medici che per l’accusa avrebbero ordinato psicofarmaci usati in quantità ritenute anomale nelle case di Mamma Ebe. Uno dei principali collaboratori che, allora, finì nei guai con la santona è un 60enne originario di San Miniato.