Prostitute nel night mascherato da circolo, in quattro rischiano il processo

Pontedera, chiuse le indagini dell'operazione 'Lucifera' che ha interessato il 'Velentine' in località La Bianca

Carabinieri in azione

Carabinieri in azione

Pontedera, 19 maggio 2018 - Verso l'udienza preliminare l’indagine «Lucifera», con la quale i carabinieri di Pontedera e la Procura della Repubblica di Pisa hanno portato alla luce un giro di prostituzione in un night a Pontedera, in località «La Bianca», che, secondo il teorema accusatorio, era mascherato da circolo culturale. Lucifera, in realtà, era il nome d’arte della principale spogliarellista del locale che era anche la presidente dell’associazione finita sotto la lente degli investigatori. L’avviso di chiusura delle indagini (415 bis) – coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica Flavia Alemi – è arrivato da una manciata di ore a quattro soggetti che rischiano, a vario titolo, un processo per favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Un lavoro, quello degli inquirenti, che ha ricostruito i passaggi della breve vita di questo locale che in poco più di un anno era arrivato ad annoverare oltre 700 soci avventori, con uno zoccolo duro di affezionati e non occasionali: i più assidui sono stati sentiti dal militari dell’Arma. Così come due settimane fa è stata convocata anche Lucifera, una ragazza che vive ad Arezzo, per un interrogatorio in caserma a Pontedera: ma la donna si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Ha invece risposto alle domani il fotografo della zona, anche lui indagato, in quanto aveva un ruolo nella società: agli inquirenti, tuttavia, si sarebbe limitato a confermare di aver messo dei soldi per l’avviamento del locale, ma di essersi disinteressato della sua gestione fino a conoscere alcuni aspetti di quello che in realtà vi accadeva tramite il passa parola. Le attività di indagine hanno registrato almeno 30-40 presenze giornaliere, persone che accedevano a qualunque orario alla struttura. 

Le donne coinvolte nell’attività di prostituzione sono state almeno una ventina, italiane, anche casalinghe, provenienti per lo più da province limitrofe. Gli incontri, secondo quanto ricostruito, avvenivano sia nel locale che in appartamenti in disponibilità degli arrestati: due soggetti, un uomo italiano di 52 anni, campano residente a Livorno, ed una donna rumena sua compagna, 32enne hanno avuto per questa indagine la misura della custodia cautelare domiciliare. L’elemento dello sfruttamento sarebbe in particolare emerso dalle indagini, avviate già nella primavera del 2017: le donne venivano spinte a prostituirsi con persone indesiderate, con il grosso dei guadagni che finiva ai gestori. A fronte di incontri con sei, sette uomini per un’orgia percepivano compensi modesti, di appena 40 euro.

Al locale si accedeva pagando quella che era la quota di iscrizione, con l’uomo arrestato che era preposto al primo contatto con i clienti, come alla riscossione del biglietto d’ingresso, che oscillava tra i 50 e gli 80 euro; insieme a biglietto veniva consegnato il tagliando per la consumazione e tre preservativi. Dentro si faceva sesso. Anche estremo. Nel sequestro sono finiti anche attrezzature ed accessori per pratiche sessuali. Ora gli indagati hanno tempo per presentare memorie o farsi interrogare. L’udienza preliminare non è stata ancora fissata.