
Lorenzo Monticelli, preparatore altetico del Pontedera
Per tutti è il prof. Un po’ perché è laureato in scienze motorie, un po’ perché quello che fa (e il modo in cui lo fa, cioè assai bene) gli garantisce la stima nell’intero ambiente lavorativo. Per il quarto anno Lorenzo Monticelli, classe 1986, interpreterà il ruolo di preparatore atletico del Pontedera, attività che unisce alla gestione della Extra Soccer Training, un’Asd per campi estivi (ma anche invernali) e allenamenti individuali nella media valle in Garfagnana, e a quella di preparatore atletico della squadra di pallavolo Volley Barga.
Monticelli, che stagione è stata sul piano atletico quella appena conclusa? "Direi ottima. Non abbiamo avuto infortuni muscolari e quelli che ci sono stati sono derivati da impatto, come accaduto ad esempio a Van Ransbeeck (spalla) o Sarpa (ginocchio). Nonostante la squadra sia partita numericamente bassa e nonostante qualche squalifica, l’ho sempre vista bene atleticamente".
Com’è cambiata la gestione del suo lavoro in questi anni? "Più che altro è cambiato il fatto che in 4 anni inizierò la preparazione con 4 allenatori diversi: Catalano, Canzi, Agostini e Menichini. E’ normale perciò che non tutte le tipologie di lavoro siano uguali, soprattutto il lavoro di tipo tecnico-tattico che viene concordato con il mister".
A livello di strumenti oggi su cosa può contare?"Abbiamo molti gps, dispongo di cardio frequenzimetri, di un accelerometro per il lavoro di forza e di una pedana di forza, e inoltre per i test personali ci appoggiamo a San Rossore. A breve verrà incrementato il materiale della palestra e di tutto questo sono contento".
E’ vero che ormai il calcio di oggi è più fisico che tecnico? "Direi che servono entrambe le cose. Oggi se hai ottime doti tecniche ma non hai cura di te stesso fai fatica a giocare nei professionisti. E’ molto importante curare la preparazione invisibile, sulla quale punto molto".
Cosa intende per preparazione invisibile?"Pontedera è una piazza dove un calciatore parte per fare una carriera, ma per arrivare deve avere cura di se stesso. La preparazione invisibile è tutta quella parte di attenzioni che il calciatore deve tenere quando ha finito di allenarsi sul campo. Ossia quante ore dorme, cosa mangia, come si idrata, come riposa, come recupera dopo le partite. Insomma, deve avere una vita controllata, perché anche se ha grandi doti tecniche ma viene meno nella preparazione invisibile, non va bene. Il calcio oggi va a mille all’ora, tutti i giocatori sono pronti a spingersi sopra i 35 km/h, i contrasti oggi sono importanti e se non sei pronto vieni spazzato via. Non è più come vent’anni fa".
Con il suo staff al Pontedera come si trova?"Benissimo. Siamo un bel gruppo, unito. Mi fa piacere essere rimasto anche per loro e per il mister, col quale, come per i tecnici precedenti, mi trovo davvero bene".
Stefano Lemmi