Pontedera, pochi medici e tanti pazienti: Lotti in affanno

Il pronto soccorso sotto pressione per sovraffollamento. Molte persone bisognose di cure

Pronto soccorso affollato (immagine di repertorio)

Pronto soccorso affollato (immagine di repertorio)

Pontedera, 2 agosto 2022 - Al pronto soccorso dell’ospedale Lotti regna la linea insidiosa di una grande emergenza: pazienti in barella e raggruppati nei corridoi, troppo poco personale sanitario rispetto ai carichi di lavoro, che in queste delicate ore, si sta sobbarcando turni estenuanti. Il principale accesso ospedaliero nelle ultime ore è una grande macchina che fatica a andare avanti e che rischia una pericolosa implosione: mancano, come in tutta Italia, i camici bianchi, le barelle restano parcheggiate nei corridoi o nelle stanze per ore, in attesa che si liberi un posto letto in un reparto. Posti che, da quanto appreso, scarseggiano nei padiglioni dei Lotti. E quanto tempo i pazienti, in alcuni casi, si ritrovano a vivere nel limbo di una barella al pronto soccorso? Anche due o tre giorni, altrimenti ecco materializzarsi la soluzione di un ricovero all’ospedale di Volterra, ipotesi spesso non gradita da familiari e pazienti per le distanze chilometriche.

Il problema del sovraffollamento ospedaliero tocca da vicino strutture ospedaliere da Nord a Sud: medici, infermieri e personale Oss che operano al Lotti si ritrovano a fare salti mortali e a macinare turni massacranti da una barella all’altra per assistere i pazienti, ma il personale, come dicevano, è ridotto al lumicino. La situazione è un detonatore che è esploso dallo scorso sabato e ieri mattina il pronto soccorso ha conosciuto ore d’inferno: un medico, a fronte di un codice di intervento risultato più grave rispetto al triage, si è ritrovato nella condizione di non riuscire a reperire un monitor per il proprio paziente.

Di certo, il caldo torrido non aiuta perché aumenta in maniera esponenziale gli accessi al pronto soccorso, ma fra questi ve ne sono anche di impropri che vanno così a intasare il lavoro già duro dei sanitari. Inoltre il pronto soccorso, in queste ore, si sta affollando di persone la cui malattia si è riacutizzata. E i pazienti aspettano il loro turno, per ore, ammassati nei corridoi, perché i posti letto non si trovano. Solamente qualche giorno fa, all’ospedale di Cisanello, si era palesata una lunga coda di ambulanze affinché si aprisse un varco al pronto soccorso, con tempi di attesa superiori alle sei ore e sotto un’afa tropicale. E poi la grande faglia che si è aperta, pardon, che non si è mai chiusa: la carenza di personale in molti reparti, e soprattutto al pronto soccorso, che sta rendendo il quadro ancor più difficile da gestire. Un problema deragliato già prima dell’arrivo della tempesta epidemiologica e che ora presenta nuovamente il più salato dei conti.

In questa direzione la Asl Toscana Nord Ovest aveva indetto un bando per reperire medici di pronto soccorso. Risultato? Bando deserto, non si è presentato nessuno. E il motivo è piuttosto lampante: alcuni medici fuggono verso le strutture private o preferiscono svolgere, rispetto al lavoro nei padiglioni ospedalieri, il ruolo di medico di medicina di base.