"Parlate, dalla violenza non si esce da soli"

Tre classi del liceo Montale hanno incontrato e chiesto consigli alla criminologa Cinzia Vitale e all’avvocato Monica Fabbri

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PONTEDERA

Quale può essere il modo migliore per aiutare un’amica vittima di abusi? E’ la domanda che le classi quarte A, B e C dell’indirizzo scienze umane del liceo Montale di Pontedera hanno rivolto alla sociologa e criminologa Cinzia Vitale, membro del consiglio direttivo del Centro per l’Unesco di Firenze, incontrata nell’ambito del progetto alternanza scuola-lavoro. Presente online anche l’avvocato penalista Monica Fabbri, collaboratrice del progetto "MenteLibera".

"Avete colto un punto importante! Chi è vicino deve accogliere la richiesta di aiuto secondo le proprie possibilità – ha risposto Vitale – Dalla violenza non si esce da soli, ma la violenza sulle donne non ammette improvvisazione. In una situazione di emergenza è necessario chiamare il 112 e il 1522, numero antiviolenza. In generale è importante che l’amica sappia ascoltare senza giudicare, senza generare ulteriori sensi di colpa, senza la tentazione di dire ’a me non sarebbe successo, io fossi in te saprei cosa fare’. Negli specialisti troverà le persone che sapranno aiutarla davvero".

Il consiglio che si dà più frequentemente è quello di andare a denunciare, ma di fatto cosa predispone la legislazione contro la violenza domestica e di genere? "Allineandosi alla legislazione sovranazionale, è stato introdotta con Legge 692019 una sorta di ’corsia preferenziale’ nel trattare alcuni tipi di reato – risponde Fabbri – Ad esempio in riferimento al reato di maltrattamenti in famiglia sono stati introdotti nuovi reati: delitto di deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso, reato di revenge porn, costrizione o induzione al matrimonio, violazione degli ordini di carattere restrittivo. Inoltre è stato inasprito il trattamento sanzionatorio in ordine a reati già contemplati, mi riferisco all’aumento di pena per i maltrattamenti in famiglia. Sul piano procedimentale è stato introdotto l’obbligo per la Procura di sentire la vittima entro tre giorni dalla notizia di reato e i tempi per sporgere querela sono più lunghi, 12 mesi".

E se la violenza fosse esercitata contro un uomo, all’interno di una coppia etero o omosessuale, ci sarebbe qualche differenza? "No, una discriminazione in base al sesso o in generale in base all’orientamento sessuale della persona sarebbe incostituzionale". Per le segnalazioni, anche dei casi di violenza domestica, si può utilizzare anche l’applicazione YouPol realizzata dalla polizia di stato.