Omicidio di Montecerboli, l'ha massacrata con nove coltellate

L'autopsia sul corpo di Nina. A Volterra e a Montecerboli scatta una raccolta di fondi per i figli

Petru Cornel Movila e la moglie Nona

Petru Cornel Movila e la moglie Nona

Montecerboli, 27 ottobre 2016 -  L’ha colpita con nove coltellate, accanendosi sei volte al torace, una alla mano, una alla nuca. Per poi sferrare il colpo letale alla gola. Nona Movila, la 42enne ammazzata dal marito è morta in pochi istanti. Lui, Petru Cornel, ha avuto invece un’agonia più lenta, dopo essersi reciso le vene con la stessa lama. Sono questi i particolari agghiaccianti emersi alla fine degli esami autoptici sui cadaveri dei coniugi, eseguiti dai medici legali Luigi Papi e David Forni. Una tragedia che ha turbato le coscienze di tutti.

Nina, donna instancabile. Grande lavoratrice. Una mamma combattiva che si è fatta in quattro per campare i figli. Nina, così tutti chiamavano la povera vittima, uccisa lo scorso sabato intorno alle 18 in un villino a Montecerboli. E dal piccolo borgo che ha fatto da teatro alla doppia tragedia, passando per il colle etrusco, si alza forte una gara di solidarietà per i figli rimasti orfani. «Questa terribile storia mi ha completamente distrutta – ci racconta Fabiola Ciurli, titolare de La Sosta del Priore, negozio di street food nel cuore di Volterra – e chi non conosceva Nina? Ha lavorato per tanto tempo in città, si occupava di assistenza agli anziani ed ha anche lavorato nei ristoranti di Volterra. Una donna unica. Ho avuto modo di parlare con le sorelle, sono letteralmente pezzi. Piangevano disperate, per la vittima e per i nipoti. Ho pensato subito di dover far qualcosa, per Nina, per i suoi figli. Ho iniziato a raccogliere fondi. L’idea prima si è diffusa fra i miei colleghi commercianti di vicolo delle Prigioni, con cui ne ho parlato. Pian piano anche altri esercizi commerciali del centro stanno iniziando ad aderire. Diamo una mano, tutti insieme, a questi ragazzi. Ho detto ad una delle sorelle che non li lascerò soli. E rivolgo un appello a tutti, negozianti e non: Nina era una donna speciale, possiamo tutti far qualcosa per i suoi figli, ognuno nelle proprie possibilità».

Un abbraccio solidale dal colle etrusco e dal piccolo paese della Valdicecina dove la vittima si era trasferita qualche anno fa con tre dei cinque figli, e dove solo qualche mese fa era stata raggiunta dal marito che, in preda ad una furia omicida, ha spezzato la vita della moglie e quella dei suoi cinque figli. «Stiamo mettendo in piedi una raccolta fondi per i ragazzi - sottolinea Luciano Filippi, presidente dell’associazione Società Mutuo Soccorso di Montecerboli – organizzeremo precisi punti di raccolta nei negozi del paese per aiutare i ragazzi. E, chi vorrà, potrà fare una donazione rivolgendosi direttamente alla sede dell’ associazione». Intanto la Società della Salute, che ha incontrato il centro anti-violenza Le Amiche di Mafalda, intende rafforzare la rete fra istituzioni ed associazioni per cercare di prevenire la violenza in famiglia e quella di genere.