Omicidio di Khrystyna Novak, Lupino condannato a 24 anni

La Corte d’appello di Firenze riduce la pena per il tatuatore di Corte Nardi reo confesso del delitto. In primo grado era stato condannato a 29 anni di reclusione. La decisione dei giudici

Khrystyna Novak

Khrystyna Novak

Orentano (Pisa), 19 gennaio 2023 - La pena scende da 29 a 24 anni di reclusione. Questa la decisione della corte d’appello di Firenze per Francesco Lupino, reo confesso dell’omicidio di Khrystyna Novak, 29 enne ucraina. Lupino le sparò colpo alla testa. Fatale. Con la Tanfoglio da cui non si separava mai. Quasi un’esecuzione. La Novak lo aveva minacciato di raccontare tutto. Del resto lei sapeva tutto. Era stata lei a spingere il fidanzato Airam Gonzales ad interrompere i traffici illeciti che aveva messo in piedi con Lupino.

Sapeva anche che Lupino faceva uso di droga, e sapeva anche che era stato lui ad incastrare Airam con una soffiata alla polizia. Era rimasta sola in casa. Il tatuatore di Corte Nardi disse che quando andò a trovare la ragazza lei lo minacciò che lo avrebbe denunciato. In realtà non sappiamo cosa si dissero, e se davvero si dissero qualcosa. E’ certo che la mise a tacere per sempre, e si disfece del corpo. Trasformandola in un fantasma.

Francesco Lupino

Fu lui stesso a raccontare di averla uccisa al pm Egidio Celano e alla Squadra Mobile di Pisa, dopo tre mesi di carcere e dopo che gli inquirenti avevano ritrovato anche il corpo della ragazza, gettato in un vecchio casolare in balia dei roditori. Una ragazza che nelle prime settimane venne cercata come scomparsa, appunto. A lanciare i primi appelli fu una connazionale che la mamma della giovane aveva contatto perché non riusciva da giorni a mettersi in contatto con lei. Si sentivano spesso. Tutti i giorni. Khrystyn, però, era morta. Lupino, difeso dall’avvocato Antonio Bertei – che in appello puntava proprio a riformare la sentenza in punto di pena – , inizialmente, disse anche di aver agito sotto l’effetto di alcol e droga, poi in tribunale negò questa circostanza cambiando versione: "volevo solo spaventarla, credevo che la pistola fosse scarica", pur ammettendo che quando premete sul grilletto e "sentì duro", non si fermò. Di fatto il tatuatore ha ammesso la colpa, ma poco ha spiegato del fatto, e di come con precisione andarono le cose nelle ore successive in cui la Novak era rimasta sola nella viletta.

La ragazza scomparve nel nulla nella notte tra l’uno e il 2 novembre 2020. Arrivarono a Orentano anche le telecamere di Chi l’ha visto? e Lupino parlò tanto e più volte in televisione. Forse parlò troppo. Gli accertamenti virarono infatti e velocemente in un’indagine prima per sequestro di persona, e poi i per omicidio volonario. Il fidanzato di Khrystyna è parte civile con l’avvocato Gabriele Dell’Unto. Parte civile anche l’associazione Penelope con l’avvocato Daica Rometta. Sessanta giorni per le motivazioni della sentenza.