Offese razziste in fabbrica: "Rotti i rapporti sindacali". Il caso finisce in Parlamento

Nervi tesi tra Uilm e azienda: "Non ci sono più le condizioni per un incontro di chiarimento". Intanto sono arrivate le contestazioni a due operai senegalesi. "Risponderemo con le carte". .

Sono arrivate due contestazioni della Ristori a due operai senegalesi. Lo rende noto Riccardo Bartoli (Uilm): "ad uno è stato contestato un rallentamento della produzione; invece all’altro, che è il delegato sindacale che ha avuto il diverbio con il caportuno, è stato contestato l’aver tenuto un atteggiamento minaccioso. "Noi forniremo i giustificativi scritti – spiega Bartoli –. Non ci sono le condizioni per incontrare l’azienda, i rapport sono rotti. Inoltre la prossima settimana presenteremo la dneuncia collettiva che avevamo annunciato: abbiamo incontrato il nostro legale e stiamo già raccogliendo documenti e testimonianze". Intanto il caso delle offese razziste in fabbrica è al centro di ulteriori reazioni e finirà in Parlamento. "Già insultare ed offendere lavoratori da parte di un superiore non dovrebbe accadere in nessun luogo di lavoro. Se poi, come è accaduto più volte, utilizza frasi razziste perché sono di origine straniera, e addirittura lo fa indossando una maglietta che inneggia al fascismo, la vicenda non può non avere conseguenze", dice l’onorevole Nicola Fratoianni parlamentare dell’Alleanza Verdi Sinistra, che annuncia un’interrogazione parlamentare ai ministri del lavoro e dell’interno, perché sia fatta luce sugli episodi, si valutino i comportamenti avuti e siano presi gli adeguati provvedimenti. "Sulla gravissima vicenda del caporeparto che ha insultato i lavoratori extracomunitari vantandosi di essere razzista e fascista registriamo ancora il silenzio assordante della proprietà e del Ministro del Lavoro - dice il deputato Pd e segretario regionale della Toscana Emiliano Fossi. – . Sul caso ho già presentato una interrogazione parlamentare perché qui siamo di fronte, non solo a un evidente sopruso, ma ad una palese, reiterata e addirittura manifesta violazione della legge vigente che garantisce contro le discriminazioni sui luoghi di lavoro una tutela giurisdizionale in riferimento alla nazionalità". Il consigliere regionale Andrea pieroni sottolinea: "è un gesto molto grave che riporta nel buio della storia italiana".

C. B.