
"L’abbiamo visto fare l’ultimo passo verso la ferrovia". Le due donne che hanno visto per gli ultimi istanti di vita il giovane che ieri mattina poco dopo le 11 è stato travolto e ucciso dal regionale 18410 sul ponte della ferrovia a Pontedera, sono ancora sconvolte. Parlano con gli agenti della Polfer e raccontano quello che hanno visto mentre camminavano sull’argine dell’Era nella bella e fredda giornata di dicembre. La vittima è un giovanissimo. Venticinque anni. Dai resti ritrovati ieri è stato difficile poterlo identificare. Non aveva documenti e non ha lasciato un ultimo messaggio. Stamani ci sarà il riconoscimento della salma alla medicina legale di Pisa, ma i genitori non hanno dubbi che quel cadavere martoriato dal treno sia loro figlio. Una tragedia che vede ancora teatro la linea ferrata da Firenze a Pisa. In un punto ben preciso dove è stata issata una rete di protezione, ma un pertugio è aperto e da lì il giovane ieri mattina è andato incontro alla morte.
La ferrovia tra Pontedera ed Empoli è rimasta bloccata dalle 11,15 alle 12,30 quando è ripresa su un solo binario. La circolazione è stata ripristinata alle 13,20. I convogli hanno fatto ritardi fino a quasi un’ora, mentre ne sono stati cancellati diciotto. Trenitalia ha sostituito i treni tra Empoli e Pontedera con diciassette pullman. Il regionale 18410 era appena ripartito dalla stazione di Pontedera per Firenze. Non viaggiava a velocità sostenuta, ma quando il giovane si è messo in mezzo ai binari per il macchinista è stato impossibile anche rallentare. Il convoglio era partito da Viareggio e avrebbe dovuto arrivare a Firenze poco dopo mezzogiorno. La richiesta di soccorso al 118 e alle forze dell’ordine è partita immediatamente dopo l’investimento dal capotreno e dalle due donne che hanno visto la tragedia.
Sul posto sono arrivati dopo pochi minuti gli agenti del commissariato di polizia e i sanitari dell’emergenza-urgenza che hanno constatato quello che purtroppo era già evidente. Il corpo straziato nell’impatto con il treno. Gli agenti della polizia ferroviaria di Pisa hanno effettuato controlli e accertamenti, rilievi e sentito come testimoni le due donne che erano sull’argine a camminare quando il venticinquenne ha deciso di dire basta alla sua vita. Hanno cercato se il giovane avesse lasciato sulla massicciata o nelle vicinanze del ponte o della statua della Madonnina qualcosa di scritto, un biglietto, una lettera, un messaggio. Ma non hanno trovato niente, neppure nel giubbotto che il ragazzo si è tolto prima di morire. La dinamica è chiara. Il corpo è stato ricomposto e trasportato alla medicina legale di Pisa dove, come detto, nella mattinata di oggi ci sarà il riconoscimento della salma da parte della famiglia. La tragedia del ponte della ferrovia ha gettato nuovamente nel dolore la città.
g.n.