REDAZIONE PONTEDERA

Mega distesa di batterie: "Siamo a 238 container"

L’allarme del comitato di protesta davanti ai numeri degli impianti previsti "Dovevano nascere in zone compromesse dal punto di vista paesaggistico".

L’allarme del comitato di protesta davanti ai numeri degli impianti previsti "Dovevano nascere in zone compromesse dal punto di vista paesaggistico".

L’allarme del comitato di protesta davanti ai numeri degli impianti previsti "Dovevano nascere in zone compromesse dal punto di vista paesaggistico".

I riflettori restano accesi sui progetti che prevedono una distesa di giganteche batterie di accumulo di energia green in uno degli spicchi più belli della colline pisane. Il Comitato di protesta – guidato da Mileo Ranieri – tiene alta l’attenzione, lancia un nuovo allarme e snocciola numeri impressionanti. Sotto la lente l’autorizzazione concessa dal Mase all’impianto speculare, come potenza, a quello "scoperto" per prima e che fece emergere la questione di Postignano e cioè 51,75 MW. "Pensavamo che, essendo la potenza speculare al primo Bess, ci fosse anche lo stesso numero di container – spiega Ranieri, dopo aver letto l’autorizzazione –. Purtroppo non è così: qui si parla di batterie a ioni di litio però utilizzando la tecnologia ferro litio fosfato e si parla quindi di 14 isole con 6 container per isola e pertanto i mostri saranno ben 84."

"Le prescrizioni date dal ministero alla realizzazione dell’opera sono minime anche perché a questo giro per la Conferenza dei Servizi, sono stati coinvolti solo i soggetti interessati a questioni ambientali o di sicurezza – spiega Ranieri –. Non ci risulta, ad esempio, siano stati coinvolti gli enti locali quali la Regione e il Comune. Come Comitato, siamo entrati dentro la Coalizione interregionale Tess che ha superato il numero di 84 realtà tutte unite per opporsi al vero e proprio attacco speculativo al quale stiamo assistendo oramai da mesi a livello regionale."

"Va bene la transizione ecologica, va bene la decarbonizzazione da realizzare nel più breve tempo possibile, ma non si capisce perchè questa e altri tipi di realtà come queste – prosegue Ranieri – non possa essere realizzata in zone già compromesse dal punto di vista paesaggistico e ambientale, come le zone industriali, o come in questo caso, più semplicemente di fianco alla centrale Terna. Si preferisce utilizzare zone agricole, sottrarre suolo senza alcuna garanzia sul futuro di queste opere. Abbiamo ora 84 + 56 + 56 + 42 pari a un totale di 238 container da 35 tonnellate cadauno."

Secondo il comitato mancano anche garanzie sulla gestione del fine vita di queste realtà: "in mancanza di garanzie il Comune di Fauglia, tra 15 anni, potrebbe trovarsi suo malgrado a gestire lo smaltimento di 8.330 tonnellate di batterie al litio".

C. B.