Maria ricorda il nonno D’Ascanio: "Mise tutta l’Italia su due ruote. Con noi era molto affettuoso"

Lambri, capo centro stile: "In dieci anni prodotti più di 2 milioni di esemplari"

PONTEDERA

"Un brivido speciale". E’ la metafora che Maria D’Ascanio, una delle tre nipoti di Corradino, usa per definire la giornata della Vespa Parade. Quei migliaia, decine di migliaia, di vespisti che intasano viale Italia fin dal primo mattino la emozionano. Poi inarrestabili come un fiume in piena arrivano i ricordi di quel nonno che ha cambiato la storia del costume italiano. "Gli fu chiesto di mettere l’Italia su due ruote - ricorda Maria - e inventò la Vespa, ma per noi era soprattutto un nonno affettuoso e geniale, capace di risolvere in casa anche il problema della biancheria che non si asciugava se fuori pioveva inventandosi quella che possiamo considerare l’antenata dell’odierna asciugatrice". E’ stato proprio Corradino D’Ascanio a far ripartire la Piaggio dopo la tragedia del secondo conflitto mondiale. Il progettista fu chiamato nel 1945 da Enrico Piaggio per realizzare un motociclo a basso costo che aiutasse gli italiani a ripartire. Fu un successo immediato e planetario, che non è ancora finito. Pochi numeri per capire che non è retorica: "Negli ultimi dieci anni - rivela Marco Lambri, capo centro stile del gruppo Piaggio - sono stati prodotti più di 2 milioni di esemplari. Quello di Vespa è un successo globale. E il segreto di questo successo è essere un prodotto sempre attuale, al passo con i tempi, che ha saputo cambiare senza cambiare, non dimenticando il passato ma sapendo guardare al futuro. Soprattutto Vespa ha saputo interpretare i gusti che cambiano, le tecnologie che cambiano e le esigenze della società che sta cambiando". L’ultima dimostrazione del fascino di Vespa ce la danno anche i numeri dell’esemplare da collezione per i 140 anni di Piaggio prodotto in soli 140 ‘pezzi’: in questi giorni di Vespa days sono state aperte le ordinazioni al Vespa village di Pontedera e online: le prenotazioni già pervenute sono migliaia e dunque la Vespa da collezione è già introvabile.

"Ma per me e le mie due sorelle - prosegue Maria D’Ascanio - celebrare il nonno è sempre una grandissima emozione. Vedere Pisa, dove risiediamo, e Pontedera piene di Vespe con gruppi che arrivano qui da tutto il mondo per la Vespa è un brivido speciale. Anche se nostro nonno da lassù starà sorridendo e direbbe: ‘tutta questa gente cosa ci fa qui, sta perdendo tempo, bisogna fare qualcosa di utile’. Lui è sempre stato un pragmatico e con il cervello in movimento". Infine, Maria ricorda che il garage del nonno "è sempre stato una specie di laboratorio per lui e per noi: ci faceva giocare con i trucchi di magia che si inventava, perché si dilettava a fare il prestigiatore, mentre le mie sorelle costruivano piccoli gioielli con gli scarti dei suoi strumenti".

Gab. Mas.