Omicidio Marchesano, la famiglia vuole tutta la verità

Parla l'avvocato Bagnoli che assiste i congiunti della vittima: "vogliamo capire come e perchè Giuseppe è stato ucciso"

Lo strazio della mamma alle esequie

Lo strazio della mamma alle esequie

Montopoli (Pisa), 22 novembre 2018 - "Quella di Giuseppe Marchesano è una famiglia distrutta dal dolore, ma il copione della morte del giovane lo vuole tutto e nei dettagli: dalla dinamica al movente". A parlare è l’avvocato Gabrio Bagnoli che assiste i congiunti del 27enne crivellato di colpi e lasciato seminudo sul divano di casa a Castel del Bosco, da Danny Scotto, il coetaneo di Chiesina Uzzanese, reo confesso dell’omicidio.

"La famiglia chiede la giusta pena, e vuole che il responsabile paghi, né di più, né di meno, per quello che ha fatto – aggiunge il legale –. E visto che Giuseppe, ormai nessuno può ridarglielo, vuole sapere anche come e perché è morto". A questo proposito l’avvocato Bagnoli sta procedendo con investigazioni di parte sulle varie circostanze emerse, sulla personalità dell’indagato e sul suo mondo, anche per capire "se ci siano ragioni per ipotizzare la premeditazione del delitto, visto che – dice –, da quanto ho appreso, l’arma sarebbe stata acquistata pochi giorni prima del fatto e Scotto è andato a casa di Giuseppe amrato e nel delitto la Magnum l’avrebbe scaricata e ricaricata".

Aggravante, quella delle premeditazione ,che al momento non è però contestata all’indagato. "I nostri approfondimenti – conclude il legale – potrebbero portarci ad avere un quadro più chiaro del contesto e dei contorni in cui è maturata la tragedia".

Intanto il secondo sopralluogo della Scientifica sulla scena del crimine ha confermato la confessione di Danny Scotto. Anche il numero dei colpi sparati con la 357 Magnun torna: 11 colpi; sono state trovate in tutto otto ogive e le altre potrebbero essersi frammentate. Marchesano è stato centrato almeno cinque volte: una volta alla coscia e quattro alla testa. E gli altri colpi? E’ emerso, dal sopralluogo, e da circostanze riferite da Scotto nella confessione al gip Pietro Murano, che l’omicida avrebbe anche sparato inutilmente, scaricando con il fuoco la rabbia che aveva dentro.  La ricerca di elementi utili alle indagini da parte della Scientifica dovrebbero essere conclusi: armi, ogive, tracce biologiche, impronte, sono pronti per andare all’esame del Ris.

Il movente è ancora sotto la lente della Procura di Pisa che, comunque, al riguardo ha tutta una serie di elementi inerenti la sfera delle relazioni personali tra i due, l’amicizia che si era deteriorata, ed i tentativi dello Scotto di ricucire il rapporto. Anche il 9 novembre: ma nell’incontro sarebbe stato un alterno finito nel sangue.