
I soldi, Santa Croce, il tesoro accumulato in anni di crimini. Tre elementi che ormai ricorrono sempre nella vita e nelle traversie giudiziare di Felice Maniero, l’ex boss della Mala del Brenta che la Corte d’appello di Brescia ha condannato a 4 anni di reclusione per maltrattamenti all’ex compagna confermando la prima sentenza in abbreviato. In questo processo Maniero, con un memoriale di 89 pagine – un secondo più breve l’ha recapitato ai giudici il giorno della discussione – era tornato a parlare del suo tesoro: quei 33 miliardi di vecchie lire di cui nel 2016 riferì ai magistrati veneziani e che fecero dì scattare l’inchiesta e gli arresti di Riccardo Di Cicco, l’ex cognato di Fucecchio, e del broker santacrocese Michele Brorini, condannati per riciclaggio ed entrambi in attesa del procedimento in Cassazione. Ma anche nel suo ultimo memoriale Maniero avrebbe fatto ancora riferimento ai viaggi di denaro con partenza da Santa Croce. Intanto resta la condanna e il carcere per Faccia D’Angelo che non ha trovato una sistemazione per ottenere il beneficio dei domiciliari. Maniero, dunque, non perde occasione per parlare di un tesoro sul quale la giustizia ha già parlato con due sentenze di merito e che attendono solo il passaggio in Cassazione.
Carlo Baroni