Mani sapienti & cuore "L’Italia che vogliamo" Matteo Marzotto tra industria e solidarietà

Mani sapienti & cuore  "L’Italia che vogliamo"  Matteo Marzotto  tra industria e solidarietà

Mani sapienti & cuore "L’Italia che vogliamo" Matteo Marzotto tra industria e solidarietà

di Carlo Baroni

SAN MINIATO

Un imprenditore di successo, appunto. Il suo cognome parla da solo. Matteo è un Marzotto. Fa parte di una casata a cui sono legati grandi traguardi del Made in Italy. E’ figlio di Marta Marzotto, che è stata una donna eccezionale, contessa della moda italiana per antonomasia, sorgente di energia, di creatività. Matteo è un professionista e un uomo che crede nell’Italia a trecesentosessanta gradi: nell’eccellenza del suo artigianato, come nella straordinaria generosità degli italiani. E l’ha detto, ripetuto e sottolineato, nell’incontro a San Miniato, ospite della Fondazione Crsm guidata da Antonio Guicciardini Salini, parlando della sua storia e del suo impegno nella moda; e raccontando la bellissima e preziosa esperienza della Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica, grave malattia genetica che gli ha portato via una sorella in giovane età. Una realtà che Marzotto ha definito un miracolo perché è riuscita ad evolversi con il cambiare dei tempi "diventando un’organizzazione altamente professionalizzata".

Un vero acceleratore di ricerca che ha contribuito ai grandi passi avanti che sono stati fatti. "Da quando abbiamo iniziato - ha raccontato Marzotto ad un pubblico attentissimo – la vita media di una persona con Fc è passata dai meno di venti anni dell’epoca agli oltre 40 di oggi". "E’ recente una scoperta rivoluzionaria - ha spiegato –. Ci sono nuovi farmaci potenziatori modulatori della proteina Cftr (il gene responsabile della malattia), ai cui progressi di ricerca come Fondazione abbiamo partecipato, che stanno dando risultati che lasciano intendere che è possibile aspirare a trasformare questa malattia genetica grave in una malattia cronica con la quale si può convivere. È un passaggio epocale". Un lavoro prezioso, quello della Fondazione, per far conoscere la malattia, per spingere la ricerca, sensibilizzare le persone. "Non mi stancherò mai di dire che l’Italia è un Paese eccezionale innanzitutto per la generosità degli italiani – ha aggiunto Marzotto –. Noi giriamo l’Italia con la Fondazione e troviamo attenzione, generosità materiale e personale. E’ questo il volto bellissimo del nostro Paese". Un Paese dal cuore grande. Ma anche dalla mani laboriose. E qui c’è il Marzotto, imprenditore. Quello con gli occhi spalancati sul futuro e che nel 2022 ha fondato Minerva Hub, una nuova realtà industriale specializzata in finiture e materiali per i preziosi manufatti del made in Italy. Un progetto innovativo: "una piattaforma di eccellenze produttive dei componenti per i prodotti di alta gamma". Molte in Toscana. Anche nel nostro distretto.

Il top: dalle borchie, le decorazioni, le componenti metalliche, valorizzazione della plastica, legno e pelle con tecniche innovative, fino al mondo dei ricami. "Un mondo di meraviglie per la moda e per chi produce moda a cui noi ci rivolgiamo", ha aggiunto Marzotto spiegando: "al momento abbiamo un portafoglio di circa 1.000 clienti attivi, i migliori marchi del mondo". Un progetto in crescita: "abbiamo acquisizioni in essere che si dovrebbero concretizzare a breve". Per mettere altra tecnologia e altissima artigianalità "al servizio del bello". Quel saper fare moda che rende unica l’Italia. Quell’Italia creativa che piaceva tanto a Marta Marzotto. E Matteo, concludendo il suo racconto a San Miniato, mamma Marta l’ha ricordata, sottolineando il legame speciale che li univa, e tratteggiato brevemente il profilo di una donna speciale che amato davvero la vita.