SALINE
Un accordo transitorio raggiunto ieri durante un vertice in prefettura fra Atisale e Locatelli per la riscossione dei canoni: una prima ventata di conciliazione che consentirà di riaprire, già da oggi, la discarica di Barbialla, il sito in cui la fabbrica del sale conferisce i fanghi industriali e sigillato dallo scorso venerdì dalla società Atisale, socia di minoranza dell’azienda bergamasca che detiene il 25% delle azioni della ex salina di Stato e la proprietà della discarica, dello stabilimento storico della frazione e delle concessioni minerarie dell’Alta Valdicecina. La fumata diventa decisamente bianca per la fabbrica che produce il sale più puro d’Italia: con la discarica chiusa da Atisale, lo stabilimento ha rischiato la paralisi totale ed ha sfiorato l’incubo della cassa integrazione per 37 dipendenti. Ma resta ancora in piedi il debito che la Locatelli (socia di maggioranza) ha accumulato negli anni (gli ultimi sei) nei confronti della propria socia di minoranza, Atisale, per gli affitti. Si parla di una cifra a sei zeri. Intanto l’accordo consentirà, in primis, anche se in via transitoria, di riaprire la discarica e scongiurare il baratro del blocco delle attività in salina. Al tavolo presenti i vertici delle due aziende e il sindaco Santi.
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